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Mauritania: una nuova schiavitù. Tumulti e manifestazioni causa salari troppo bassi e sfruttamento

(ASI) Lo scorso 7 agosto le città di Zouerat e Nouadhibou nel nord della Mauritania hanno assistito alle proteste di alcuni lavoratori non registrati, i quali vogliono beneficiare dell’incremento di paga che fu promesso dalla SNIM (società nazionale industriale e mineraria della Mauritania). vendo portando avanti queste proteste da diversi giorni, molte fabbriche sono paralizzate e quindi in completa crisi una diecina di industrie nel paese danneggiando gravemente la produzione locale ma anche quella estera. I manifestanti richiedono più rispetto per i loro diritti civili e sociali, richiedono i diritti di previdenza sociale oltre alla priorità sugli altri lavori in quanto cittadini mauritani. I lavori stranieri che provengono dai stati confinanti o da paesi più lontani hanno maggiori diritti anche perché gestiti da società straniere e non locali. In poche parole i mauritani nel loro paese hanno meno diritti che se lavorassero altrove, mentre i cittadini stranieri no. Comunque sono ingiustizie e il popolo è arrivato al capolinea anche a causa della schiavitù che purtroppo in alcuni paesi ancora è attiva. Gli operai di queste fabbriche scioperano in virtù di questa nuova schiavitù che costringe questi lavoratori ad avere contratti stipulati da compagnie esterne che pagano solo il 40% della paga che la SNIM rilascia ai suoi dipendenti. Ciò è inaccettabile, un traffico di esseri umani. In Mauritania ora pretendono un contratto stipulato direttamente con la SNIM.

Emanuela Marotta – Agenzia Stampa Italia

 

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