Dal Pincio co’ l’Aquila - Rubrica settimanale sulla Lazio. Voce narrante: l’Aquila biancoceleste, rigorosamente in romanesco, col panorama de Roma sotto er becco

(ASI) “A Rò, ma che t’ho fatto de male? Pure stavolta ce l’hai messa ‘n saccoccia. E io, co’ la sciarpetta stretta ar collo, me so’ sentito come ‘n piccione davanti ar Colosseo: bello, ma deriso.” L’Aquila biancoceleste sta lì, appollaiata sur marmo, co’ lo sguardo perso tra San Pietro e le bestemmie dei tifosi biancocelesti. Er derby è finito 1-0 pe’ la Roma, e Pellegrini – sì, proprio lui, quello che pareva dovesse annà in prestito ar Pomezia – ha deciso de diventà er nuovo imperatore.

Commento tecnico (ma mica troppo)

Sarri, che ormai pare più ‘n filosofo greco che ‘n mister, ha provato a mette Dia davanti, ma quello c’ha la mira de ‘n turista giapponese. Castellanos entra, fa ‘na girata che sfiora er palo, e poi sparisce come le promesse de Lotito sul mercato.

La Lazio c’ha provato, eh. Pure Cataldi, ar 94’, ha tirato ‘na sassata che ha fatto tremà er palo e li santi. Ma niente, la palla nun voleva entra’ manco co’ la tessera elettorale.

Analisi tattica (co’ ‘na punta de sarcasmo)

La Roma c’ha Gasperini, che ha messo Pellegrini titolare come se fosse ‘na scommessa ar Totocalcio. E ha vinto. La Lazio invece c’ha Sarri, che predica er bel gioco ma finisce sempre co’ la parabola der “possesso sterile”. Tipo quando te presenti a ‘na cena co’ la bottiglia d’acqua.

L’Aquila dice:

“A regà, ma che ve devo dì? Ce semo presentati ar derby co’ la speranza e semo usciti co’ la ricevuta der parcheggio. E mo che famo? Se riparte, come sempre. Co’ la sciarpa ar collo, er becco alto, e ‘na sana dose de sarcasmo. Perché noi semo la Lazio, e pure quanno se perde, se ride. Ma se potesse pure vince, ogni tanto, nun sarebbe male, eh.”

Appuntamento alla prossima settimana

Se la Lazio nun cambia marcia, l’Aquila potrebbe iniziare a commentà pure le partite de Subbuteo. Ma finché c’è er campionato, c’è speranza. E finché c’è speranza, c’è satira.

“A Sarri, famo ‘na cosa: la prossima la vinci, che me so’ stufato de fa’ l’ironia co’ le lacrime.”

Raffaele Garinella - Agenzia Stampa Italia

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