×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 113
Calcio Serie A, Roma, da camaleontica a senza identità

(ASI) ROMA – Da quando si è insediato sulla panchina della Roma, Aurelio Andreazzoli, di schemi ne ha provati una montagna… Appena arrivato, si è affrettato a rinnegare il 4-3-3 tanto vituperato nell’era Zeman: una squadra non costruita per questo modulo, si diceva, per l’endemica mancanza di esterni alti, strumenti fondamentali per lo sviluppo di quel tipo di gioco. La prima novità portata dall’ex tattico di Spalletti, è stata la difesa a tre: 3-5-2, 3-4-3 o 3-4-1-2… Numeri che non prescindevano soltanto dal trio di difesa schierato. E così, tra tanti affanni, qualche battuta d’orgoglio dei giocatori e qualche palo o traversa salva tutto, si è arrivati ad un bottino di punti tutto sommato positivo con tanto di rilancio in chiave Europa e finale di coppa Italia conquistata. Poi arriva il derby, Andreazzoli si ricorda di Spalletti e rispolvera i 4 dietro. Buio totale con la squadra che si salva solo grazie ad Hernanes che fallisce un penalty e ne genera un altro a favore della Roma. Ieri, contro il Pescara già dimesso, con un piede e mezzo in serie B, peggior difesa, peggior attacco, un solo punto nel girone di ritorno, si è toccato il fondo. Una squadra senza verve e personalità questo è vero, ma soprattutto una formazione senza ne capo ne coda, alla fine in campo con 5 punte nell’assalto della disperazione finale. E con gli avversari a recriminare su una vittoria che sarebbe stata più che legittima. Andreazzoli in conferenza stampa dice “Sono deluso”. E ci mancherebbe altro… Uno stadio, l’Olimpico che contro l’ultima della classe fa 50 mila presenze si aspettava ben altro. Ritmi da spiaggia, giocatori fuori ruolo e con un solo indomito capitano che al 93’ rincorre gli avversari e va a raccogliere i palloni per battere i falli laterali, mentre ragazzini del 1990 camminano in campo con le mani sui fianchi. E così ci si avvia ad un’altra stagione anonima, la seconda consecutiva degli americani, che dovranno ricominciare da zero. Il problema è che se a scegliere saranno sempre quelli che per due volte hanno sbagliato, la soluzione al dilemma non sembra vicina.

 

 

Fabio Marracci – Agenzia Stampa Italia

 

Continua a leggere