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(ASI) Segnate 30 reti, alla media di 3 gol a partita, con 6-1, 2-X e 2-2. Giocare tre partite a settimana in c2, perdipiù in un girone lungo 1200km da Fano a Milazzo, comincia a portare le prime discrepanze nei pronostici, accorcia la classifica e le differenze fra le squadre.

Per ora è così, e bisogna portare pazienza. La Paganese rimane prima, anche se si vede imporre un pareggio in casa dal non trascendentale Neapolis, nonostante il solito rigore e la solita espulsione a favore. Ma oggi era partita vera, i difensori avversari non agevolavano un granchè e quindi ci si deve accontentare. Secondo, il Catanzaro di Cozza, che anche a Campobasso si dimostra come a Perugia maestro di strategia. Lascia sfogare i molisani per 92 minuti, concedendo due reti ed un mare di occasioni. Poi, maestro di tattica pareggia nel recupero, così come aveva vinto domenica. Contro certi fenomeni si possono solo alzare le mani. Magari domandandosi quanto potrà durare, e su questo noi abbiamo la nostra idea.

Al terzo posto è arrivata anche l’Aquila, che dopo aver perso col Celano in casa, ha maramaldeggiato a Giulianova. Gli adriatici si sono giustificati dicendo di avere ben cinque indisponibili nel gruppo. Cinque, non 14. Ma i tifosi, i loro, hanno capito. E’ risalito anche il Lametia, che non perde mai e vince sempre di misura, come ieri col Chieti, nel finale. Una vera “banda del golletto”, vedremo se durerà. Sotto, a 20 punti il Gavorrano col miglior attacco. Anche ieri due tiri, un gol e un palo. Quindi una determinazione feroce nel difendere la storia. Gli sforzi si pagano, vedrete. A metà classifica, Campobasso, Giulianova, Arzanese, Chieti, Aversa e Neapolis. Più o meno stanno dove meritano, vivranno il campionato con imprese di un giorno e qualche scivolone. Tutto nella norma. Sotto inizia la zona play-out, che comincia col Fondi e finisce col Melfi. In questo gruppo è notevole il colpo di reni del Milazzo. Sconsolatamente solo il Celano, giù in fondo. Anche ieri ne ha presi 5 in casa dalla Vibonese. Il campionato è ancora lungo, ma questo appare sempre più un verdetto già scritto.

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