(ASI) Resa pubblica eccezionale scoperta in Abruzzo, in Provincia di L'Aquila, e precisamente sul Monte Cagno (2156 mt), appartenente al gruppo montuoso di Monte Ocre – Monte Cagno, breve dorsale montuosa dell'Appennino Centrale, appartenente alla catena del Sirente – Velino che separa la Conca Aquilana e la Piana di Roio da Campo Felice e dall'Altipiano delle Rocche, da cui è possibile vedere le vette anche del Sirente, del Velino, del Gran Sasso, dei Monti della Lago, dei Sibillini, del Vettore e del Terminillo.

Le impronte del più grande dinosauro che siano state rinvenute in Italia (un teropode di 125 – 113 milioni di anni fa) scoperte da un gruppo di ricercatori dell'INGV e studiate con una squadra di icnologi dell'Università Sapienza di Roma, con i risultati pubblicati su “Cretaceous Research”.

Le tracce del passaggio del teropode, impronta da 135 cm di lunghezza, sono osservabili su una parete calcarea pressoché verticale a oltre 1900 metri d'altezza, raggiungibile in estate e in autunno da Rocca di Cambio con circa due ore di cammino.

I Teropodi sono un gruppo di dinosauri saurischi, prevalentemente carnivori, anche se certi generi si sono evoluti in erbivori, insettivori, onnivori e pescivori. Essi ebbero origine circa 2314 milioni di anni fa, nell'epoca Carnica del Triassico Superiore (dal Giurassico inferiore, fino alla fine del Cretaceo).

Il ritrovamento abruzzese, considerate le misure dell'impronta, riguarda sicuramente uno dei teropodi più grandi, come ad esempio: lo “Spinosauro”, il “Carcherodontosauro”, il “Gigantosauro” o il più famoso “Tirannosauro”.

Dai teropodi più piccoli, i cosiddetti “celusauri”, si sono evoluti, durante il Giurassico, gli uccelli, unici teropodi ancora viventi divisi in 10 mila specie.

Il rinvenimento è molto importante per il mondo scientifico, poiché ci permette di capire quali esseri viventi popolavano le spiagge italiane nel Cretaceo.

Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia

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