(ASI) Messico - Il viaggio in terra messicana sta continuando per Papa Bergoglio, alla volta dell'Ospedale pediatrico Gomez, di Città del Messico. Trentasei bambini, insieme ad altri pazienti del reparto oncologico, hanno amorevolmente dato il benvenuto al Pontefice, con il rintocco delle campane suonate da due bambini guariti dal cancro.
Francesco ha benedetto con gioia tutte le famiglie, tutto il personale dell'ospedale ed ha, infine, chiesto ai bambini di chiudere gli occhi e di aprire il loro cuore alla vergine di Guadalupe, per domandare quello che il nostro cuore desidera.
Il Santo Padre ha ricordato ai medici e al personale sanitario dell'ospedale di curare con l'affetto- terapia.
Successivamente il Papa si è trasferito nel Chiapas, lo stato più meridionale e povero del Messico, abitato dal popolo discendente dagli antichi Maya. Incontrando il Papa, padre Rigoni, assistente da oltre 20 anni i migranti che cercano di raggiungere gli USA, ha spiegato che il Messico è stato "il cimitero senza croci del migrante".
Questa migrazione, controllata dai contrabbandieri e dalla criminalità, rammenta la Shoah antica; il treno merci che passa dal sud verso il nord viene chiamato “la bestia, la ghigliottina”, perché trasporta migranti in condizioni disumane. Padre Rigoni ha sottolineato quanto sia importante che il Pontefice vada dagli indios e dagli emigranti, che sono lo scarto del Messico e del mondo.
Papa Francesco, parlando ai vescovi messicani, ha ricordato quanto sia importante far vedere la tenerezza di Dio e chiede uno sguardo di delicatezza per i popoli indigeni e le loro culture, non di rado massacrate e calpestate. Ai vescovi spetta, secondo il Papa, il compito di evidenziare le radici antiche e di custodirne la memoria.

Ilaria Delicati - Agenzia Stampa Italia

 

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