Marche. Dispositivi medici. Conflavoro PMI: “Prima fermate il payback, aziende e lavoratori marchigiani in piazza con un appello urgente al Governo”

(ASI)Voto? Prima cancellate il payback!”. È lo slogan che campeggia sulle vele pubblicitarie che da questa mattina percorrono le strade di Ancona, accanto ai messaggi elettorali dei vari candidati. Ma questa volta non si tratta di promesse di campagna, bensì di una richiesta urgente e concreta: fermare il meccanismo del payback sanitario, che rischia di travolgere centinaia di lavoratori e imprese del comparto biomedicale marchigiano.

Anziché chiedere un adeguato finanziamento allo Stato, come sarebbe doveroso – commenta Marco Micucci, delegato per la regione Marche di Conflavoro PMI Sanità – la Regione pretende che siano le aziende fornitrici degli ospedali a farsi carico dei costi della sanità, calcolando fantasiosamente il ‘dovuto’ sulla base degli ultimi dieci anni di fatturato delle imprese! Sono cifre insostenibili, che significano fallimenti, licenziamenti e, cosa ancor più grave, carenze di materiali salvavita negli ospedali. Per questo chiediamo al Governatore, al Consiglio regionale e a tutti i candidati oggi in corsa per guidare la Regione di esprimersi chiaramente e prendere impegni concreti: il biomedicale marchigiano non può più aspettare”.

Il messaggio viene rilanciato con forza da Gennaro Broya de Lucia, Presidente di Conflavoro PMI Sanità: “È inaccettabile scaricare il costo della sanità pubblica su una categoria strategica come quella dei fornitori ospedalieri, invece di garantirne il finanziamento adeguato. Non c’è stata alcuna informazione o azione preventiva per evitare la problematica alle imprese nelle Marche e nelle altre regioni: è un puro atto di imperio che rifiutiamo categoricamente. Siamo di fronte alla prima tassa retroattiva, un precedente gravissimo per chiunque faccia impresa in Italia. Ora il Governo deve dimostrare con la prossima manovra finanziaria quanto davvero abbia a cuore il destino delle piccole e medie imprese italiane, esentandole dai pagamenti fino alla cancellazione definitiva di questa norma”.

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