(ASI) “Non basteranno le “Cocomerate” nelle carceri di Roma e Civitavecchia, la raccolta fondi per organizzare una festa condivisa all’interno del carcere di Udine e qualche visita politico-istituzionale."
(ASI) “Non basteranno le “Cocomerate” nelle carceri di Roma e Civitavecchia, la raccolta fondi per organizzare una festa condivisa all’interno del carcere di Udine e qualche visita politico-istituzionale (in verità poche e va dato atto ai Radicali di tenere sempre in piedi l’iniziativa civile) per cambiare il Ferragosto 2025 nei penitenziari italiani da giorno qualsiasi, anzi di maggiore sofferenza per la popolazione carceraria e di maggiore sacrificio per il personale penitenziario. La politica sotto l’ombrellone o nel tradizionale pranzo in vacanza, ha altro da pensare”. Lo sostiene in una nota il segretario generale Aldo Di Giacomo per il quale “persino il “diario di cella” dell’ex sindaco di Roma Alemanno che scrive di “persone detenute abbandonate come si lasciano per strada gli animali domestici che danno fastidio” è destinato a diventare “cronaca di Ferragosto”. Piuttosto, la storia sollevata da Alemanno del detenuto di 88 anni che è ancora in carcere rinnova l’allarme che abbiamo da tempo lanciato: oltre 1000 detenuti sono over settantenni e alcune decine gli over 80. L’unica certezza di questo Ferragosto rispetto alle chiacchere degli annunci del Ministero e del Governo sui Piani per alleggerire il sovraffollamento e costruire nuovi mini-carceri sono 54 detenuti suicidi, 2000 agenti aggrediti dall’inizio dell’anno, gli incendi, gli atti di violenza e le cosiddette mini-rivolte in un mese sono aumentate del 140 per cento e il personale penitenziario che ha subito aggressioni con gravi danni alla salute del 180 per cento. Avevamo ampiamente previsto che sarebbe stata un’estate caldissima e non ci voleva la “palla di cristallo” perché c’erano, già da mesi, segnali inequivocabili che sono chi fa come le “tre scimmiette” non ha voluto cogliere. Ripetiamo: non siamo più disponibili a fronteggiare l’ultimo scorcio d’estate e siamo stanchi – continua – di pagare il pezzo più alto con il rischio di incolumità personale per responsabilità politiche. E per queste ragioni rilanciamo la mobilitazione sindacale del personale penitenziario con modalità più dure del passato chiedendo che questa volta la solidarietà che ci è stata espressa da più parti si traduca in azioni e sostegni concrete. Ci sono ragioni più che valide che – sottolinea Di Giacomo – hanno determinato la decisione del Sindacato di passare ad una mobilitazione più ampia ed intensa che avevamo già programmato per dopo ferragosto e sposteremo, per ragioni autorizzative, agli inizi di settembre”.


