(ASI) Il nuovo rapporto ISTAT dell’11 agosto, mette a disposizione i dati definitivi sui prezzi al consumo riferiti al mese di luglio 2025. Questi ultimi mostrano un quadro dell’inflazione che sostanzialmente è rimasto stabile e in linea con le stime.
L’aumento dell’indice nazionale dei prezzi al consumo è dello 0,4% su base mensile rispetto al mese di giugno, mentre l’indice su base annua è pari all’1,7%; stesso valore registrato anche per lo scorso mese di giugno. L’andamento in apparenza piuttosto equilibrato, è spiegato dalla variazione differenziata di alcune categorie e settori merceologici aggregati in maggiore diminuzione rispetto ad altri.
Per quanto riguarda i beni energetici regolamentati, il calo dei prezzi al consumo, fa registrare un netto -5,5%, mentre le dinamiche relative ai servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona fanno registrare una lieve flessione dello 0,5%. I beni alimentari sotto forma di materie prime (non lavorati) fanno invece registrare un aumento dello 0,9%, mentre i beni alimentari lavorati, un lievissimo +0,1%. Aumentano anche i servizi definiti “vari” che vedono un aumento del +0,5%, simile a quello dei servizi relativi ai trasporti, che salgono dello 0,4%. Il NIC (Indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività) che misura la variazione media dei prezzi di tutti i beni e servizi acquistati dalle famiglie, attesta di fatto che l’inflazione di fondo, ossia i beni al netto dei beni più volatili come beni energetici e alimentari, resta ferma al +2,0% mentre quella al netto dei soli energetici si attesta attorno al +2,2%.
Un altro indicatore significativo riguarda i beni alimentari, per la cura della casa e della persona, ovvero il cosiddetto “carrello della spesa”, di cui l’ISTAT certifica la crescita annua dal +2,8% a circa il +3,2%. I prodotti ad alta frequenza di acquisto, fanno invece segnare un incremento del +2,3 %. Anche gli indici complementare come il FOI (famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi) segna un aumento mensile dello 0,4 % e annuo del +1,5 %, mentre l’IPCA, ossia l'indice armonizzato riferito agli standard europei, invece, registra una flessione mensile dell’1,0 % (legata ai saldi estivi non vengono invece considerati dal NIC) e una crescita tendenziale del +1,7 %, confermando la stima preliminare.
Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia


