(ASI) Roma - "Uccidere giornalisti non è un “incidente di guerra”. È un messaggio preciso: mettere a tacere chi documenta la verità. L’eliminazione di Anas Al Sharif, Mohammed Qraiqea, Ibrahim Al Thaher e Mohamed Nofal non è casuale. È un’operazione mirata contro la libertà di informare.
Le accuse non dimostrate usate come giustificazione sono il trucco più vecchio: bollare come “terroristi” coloro che raccontano ciò che il potere non vuole far vedere. È un copione ripetuto, ma non per questo meno grave. Benjamin Netanyahu porta la responsabilità politica e morale di questa guerra contro l’informazione. Non è solo un attacco ai civili, ma un assalto diretto alla possibilità stessa che il mondo conosca i fatti. Chi commette questi omicidi sa di restare impunito. Per questo continua. Ma chi fa giornalismo vero sa che cedere al silenzio significa dare ragione ai carnefici. Raccontare ciò che accade, anche a rischio della vita, è l’unico modo per spezzare questa catena di menzogne e violenza". Così in una nota la senatrice M5S Barbara Floridia, presidente della commissione di vigilanza Rai.


