Contro ogni russofobia. Valdegamberi: la cultura sia ponte, non arma di scontro. La Fondazione Arena inviti il maestro Gergiev e Zaia prenda le distanze a nome dei veneti 

(ASI) Il recente annullamento del concerto sinfonico diretto dal Maestro Valery Gergiev rappresenta, purtroppo, solo l’ultimo episodio di una lunga e crescente serie di atti russofobici che colpiscono la cultura, lo sport, la letteratura, l’arte e la musica. Un fenomeno preoccupante che, anziché avvicinare i popoli e favorire il dialogo, alimenta divisioni e rancori.

Dai boicottaggi degli atleti russi nelle competizioni internazionali, alla rimozione di grandi autori come Dostoevskij dai programmi scolastici, fino all’ostracismo nei confronti di musicisti e artisti per la sola loro nazionalità, assistiamo a una deriva ideologica che usa la cultura come strumento di vendetta e ritorsione politica. È il modo peggiore per favorire la pace.

La musica, come ogni forma d’arte, è linguaggio universale, patrimonio dell’umanità, e dovrebbe unire, non dividere. Rifiutare un artista per motivi politici o etnici è una forma inaccettabile di censura e discriminazione.

Per questo motivo invito la Fondazione Arena di Verona ad invitare il Maestro Valery Gergiev, figura di assoluto rilievo della musica mondiale.

Allo stesso tempo, rivolgo un appello al Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, affinché – a nome dei Veneti – prenda le distanze da questi comportamenti vergognosi, che nulla hanno a che fare con i valori della cultura, della convivenza e dell’ospitalità che da sempre contraddistinguono la nostra terra.

Il popolo russo ha dimostrato nei secoli un profondo amore per l’Italia, la sua storia, la sua arte. Rispondere con esclusione e sospetto a questo legame sincero è un errore che la storia non potrà che giudicare severamente.

Che la cultura torni ad essere un ponte tra le persone, non un muro tra i popoli. Lo dichiara  in una nota  il Consigliere regionale del Veneto Stefano Valdegamberi

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