CPI: il Decreto Flussi è invasione legalizzata.

(ASI) Roma - "Il nuovo decreto flussi, in fase di approvazione dal governo Meloni, rappresenta l’ennesimo passo per la sostituzione etnica dei nostri popoli.Stiamo parlando di 500.000 nuovi ingressi regolari in tre anni, una cifra enorme e inaccettabile per un Paese già provato da disoccupazione, salari fermi e precarietà diffusa."

"Critichiamo con forza l’impianto e le conseguenze di questo provvedimento - dichiara CP nel suo comunicato - che non ha nulla di tecnico e tutto di politico. Con la scusa della 'programmazione dei flussi migratori' il governo aggira il Parlamento. Un atto amministrativo che calpesta la sovranità e trasforma una scelta ideologica – l’apertura delle frontiere – in un automatismo burocratico senza alcuna legittimità, calato dall’alto per imporre un modello che gli italiani non vogliono"."La retorica delle quote per lavoro - continua CPI - serve solo a nascondere una brutale verità: l’arrivo di mezzo milione di immigrati significa ulteriore compressione salariale, concorrenza sleale per i lavoratori italiani e maggiore pressione su servizi già al collasso. Invece di investire nella formazione e nell’occupazione giovanile, il governo preferisce importare manodopera a basso costo per far piacere a Confindustria e alle cooperative"."Di fronte a questa vera e propria invasione legalizzata - conclude CPI -  rilanciamo la nostra proposta: remigrazione. Ovvero rimpatrio degli irregolari e di chi rifiuta di integrarsi, chiusura delle frontiere marittime, sovranità reale nelle scelte migratorie per fermare un modello fallimentare che serve solo a garantire manodopera e potenziali elettori alla sinistra, stranamente consenziente quando i decreti ammiccano alla sua agenda. L'Italia ha bisogno di prospettive di crescita economica, demografica ed energetica fondate sulle proprie capacità, sulla propria identità e sul suo popolo: basta flirtare con l'immigrazione!".Così in una nota CasaPound Italia.

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