Gioco Legale: Avv. Cardia (ACADI), "Servono prevenzione, investimenti e dati sanitari reali per evitare misure inefficaci"

(ASI) "È vero che la legge regionale della Lombardia prende atto di un problema reale, ma per noi è sufficiente anche un solo caso di dipendenza affinché il legislatore intervenga. Non importa se i casi sono tanti o pochi: basta una persona in difficoltà per agire.

Tuttavia, le misure adottate – distanziometri e limiti orari – hanno colpito solo due delle 33 tipologie di gioco pubblico, producendo uno spostamento del problema, più che una sua risoluzione. I dati lo dimostrano chiaramente: a fronte di una riduzione del gioco tramite apparecchi di 2 miliardi rispetto al 2015, si è registrato un aumento di oltre 4 miliardi per le altre forme di gioco, in particolare l'online. In Lombardia, il gioco online è cresciuto del 380%, mentre quello tramite apparecchi è diminuito di oltre 140 milioni.

Misure parziali, come le distanze dai luoghi sensibili o le fasce orarie limitate solo agli apparecchi, non sono sufficienti e non dissuadono realmente il giocatore patologico. È ora di superare questo approccio sterile e investire in vere politiche attive di prevenzione sul territorio: formazione degli operatori, messaggi educativi nelle scuole, strumenti come il registro di autoesclusione e tecnologie innovative che aiutino a intercettare situazioni a rischio.

Ma per fare tutto questo servono risorse. Le gare per le concessioni devono essere sbloccate rimuovendo distanziometi e orari espulsivi: senza nuove concessioni, non ci sono investimenti innovativi. Occorre uscire dallo stallo e lavorare con serietà al tavolo tecnico. Chiediamo inoltre un osservatorio indipendente che valuti non solo cosa si può fare, ma anche ciò che è stato fatto finora, con la partecipazione delle rappresentanze degli operatori e degli utenti, per costruire insieme un sistema più efficace e sostenibile.

Desidero infine sollevare la questione secondo cui, per valutare con precisione l'entità del problema in esame, è necessario che gli studi sanitari relativi alle persone prese in carico evidenzino chiaramente anche l’eventuale comorbidità con altre forme di dipendenza, così come – nell’ambito del disturbo da gioco d’azzardo – quali siano le specifiche tipologie di gioco, territoriali o online, che hanno causato la dipendenza riscontrata. Altrimenti si continua a colpire l’obiettivo sbagliato con strumenti sbagliati. I dati sanitari regionali attualmente disponibili, infatti, non sembrano fornire direttamente queste informazioni, che sarebbero invece fondamentali per valutare l’efficacia delle misure adottate” - È quanto ha affermato l’Avv. Geronimo Cardia, Presidente dell’Associazione Concessionari di Giochi pubblici (Confcommercio), in occasione dell’Audizione congiunta delle Commissioni IV e IX del Consiglio regionale della Lombardia, svoltasi il 29 maggio 2025.

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