(ASI) Il 2025 si apre con un violentissimo attacco omofobo a Roma, dove un branco di 10 persone ha aggredito due ragazzi, Matteo e Stephano. Prima gli insulti, poi il pestaggio nella notte di Capodanno.
L'enorme ritardo delle istituzioni e della politica italiane nell'approvare una legge contro i crimini d'odio ha un nome preciso: complicità. Perché uno Stato che non tutela tutte le sue cittadine e tutti i suoi cittadini è complice degli aggressori, in piena violazione dei principi costituzionali di uguaglianza e libertà.
Siamo al lavoro in Europa perché tutti gli Stati membri dell'Unione adottino delle misure omogenee contro l'odio, le discriminazioni e le violenze. Perché ogni violazione dei diritti è un attacco all'Unione stessa. Così dichiara in una nota Alessandro Zan, responsabile Diritti del Partito Democratico ed europarlamentare.
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