Quando il popolo si mobilita per affermare la pace e fermare la guerra. Inizia la raccolta per il referendum contro l'invio delle armi

(ASI) A volte anche i presidenti della Repubblica sembrano dimenticarsi dei valori fondanti della Costituzione: per esemprio che la sovranità appartiene al popolo (Art.1), che l'Italia ripudia la guerra (Art.11) che il capo dello stato rappresenta l'unità nazionale e ha la facoltà di promulgare le leggi e può indire referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione (Art.87). 

Per cui se una legge confligge con i dettami costituzionali ha la facoltà di eccepire e non firmarla. Per esempio l'invio di armi ad una nazione belligerante che, tra l'altro, è estranea sia all'Unione Europea sia alla Nato. Una struttura militare che doveva finire la sua missione in Europa con la caduta della Unione Sovietica.  

Al contario, sempre più semplici cittadini (la maggioranza) si sentono investiti e portatori di queste istanze costituzionali. Ne è la riprova  l'iniziativa referendaria (Referendum  "Ripudia la Guerra"  che  è estesa a tutta l'Italia ed in Umbria prende avvio con la manifestazione di Perugia con una conferenza sulla guerra,dal titolo  "Ucraina l'altra verità".

Qualcuno, in alto, primo o poi, dovrà prendere atto che un'ampia maggioranza degli italiani non vuole né l'invio delle armi, né alcun coinvolgimento dell'Italia nelle guerre in corso.

Ettore Bertolini

 

 

 

 

 

 

 

 

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