Appalti. Mazzetti (FI): Ruolo di Anac non è fare le leggi ma vigilare
(ASI) Roma – "Anac ha un ruolo preciso, delicato e certamente importante, ovvero quello di vigilare sulla corretta attuazione delle norme, a presidio della concorrenza e della trasparenza, ma non ha, invece, la prerogativa di sostituirsi al legislatore, che è espressione della volontà popolare". Lo sottolinea Erica Mazzetti, Deputata di Forza Italia, che prosegue così: "Spetta al Parlamento e al governo l'esercizio dell'indirizzo politico, di cui il nuovo Codice rappresenta una diretta espressione, tra l'altro in continuità con il precedente esecutivo". "Sul piano tecnico – aggiunge Mazzetti già relatrice di maggioranza – il Codice è stato sottoposto alle lenti del Consiglio di Stato, organo di rilevanza costituzionale di assoluto prestigio e tradizione, al quale tutti gli organi della pubblica amministrazione sono sottoposti, inclusa l'Anac, e al quale certamente vanno riconosciuti meriti e un ruolo importante, ma non quello di surrogarsi alla volontà popolare". "Come dimostrano anche le criticità del Pnrr varato lo scorso anno, questo Codice va nella direzione giusta – rivendica Mazzetti – in risposta alla urgente istanza di semplificazione: semplificare è il principale antidoto alla corruzione, come tutti indistintamente hanno riconosciuto". "Il nuovo codice introduce nei primi dodici articoli moderni principi, a partire da quello del "risultato", della "fiducia", della "buona fede e tutela dell'affidamento", della "solidarietà".
Principi e regole innovativi che preludono ad un cambio radicale della PA, che dovrà assicurare la qualità delle opere in tempi certi, con abbattimento dei costi e delle fasi inutili delle procedure". "Penso ai troppi livelli di progettazione, che sono stati ridotti e razionalizzati. Ritengo, dunque, un errore mettere una parte contro l’altra o instillare una presunta malafede o peggio". 
"Tra le altre novità, il codice appalti varato dal governo di Centrodestra – ribadisce Mazzetti – riesuma il principio costituzionale, per noi irrinunciabile, della presunzione di innocenza, sostituita nell'ultimo decennio dalle condanne sommarie attraverso i giornali. Per Mazzetti, talune "inopportune alzate di ingegno tardivamente corrette, testimoniano un residuato di giustizialismo che i cittadini – chiosa l'esponente azzurra ‐ non tollerano più, come testimonia il risultato elettorale delle ultime competizioni nazionali e regionali".

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