Smartworking, infuria la polemica dopo le dichiarazioni di Brunetta. Gianni Lepre (economista): “pienamente in sintonia con il ministro, tra l’altro il lavoro da remoto penalizza pesantemente l’economia”

lepre brunetta smart working(ASI) Che il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta fosse contrario allo smartworking, era cosa risaputa, ma che arrivasse ad osare proferire parole come “far finta di lavorare in smartworking”, questo non se l’aspettava nessuno, nemmeno il collega del dicastero Lavoro Andrea Orlando.

E qui le opposte fazioni politiche non centrano nulla, anche in considerazione del fatto che le critiche al lavoro da remoto sono oramai bipartisan.  Il lavoro nel pubblico impiego, soprattutto i quegli uffici strategici della Pubblica Amministrazione non hanno mai garantito l’efficienza che noi omologhiamo agli Svizzeri o ai Tedeschi, figurarsi adesso non essendo nemmeno più fisicamente sul posto di lavoro e dovendo gestire il tutto con una connessione ad internet.

Di casi del tanto criticato teorema del “far finta di lavorare da remoto” sono diventati fatti di cronaca di cui si è occupata anche la magistratura, per cui il ministro Brunetta non ha poi detto fesserie con quella affermazione. In soccorso, per così dire a Brunetta arriva tra gli altri anche l’economista Gianni Lepre, volto noto del Tg2 Italia, opinionista economico di Italpress e Agenzia Stampa Italia: “Brunetta dice solo la verità, lo smartworking per molti, ma non per tutti fortunatamente per il Sistema Paese, è divenuto un modo simpatico per garantire il minimo senza nemmeno essere sottoposti a verifiche ‘de visu’ ”.

Il noto economista che tra le atre cose è presidente della Lepre Group ha poi continuato: “Vivo tutti i giorni lo studio commerciale che ho fondato 50 anni fa, e quindi vivo la strada e i problemi delle imprese che seguo, e posso garantire che lo smartworking ha rallentato ed imbrigliato ancora di più l’iter di qualsiasi cosa, rendendo oggi la burocrazia solo una parte del problema. E questo è nulla rispetto ai danni che lo smartworking sta arrecando alle economie territoriali di intere aree geografiche, delle attività commerciali che hanno sempre vissuto su pendolari e stagionali. Stiamo parlando di diverse decine di codici ateco interessati ai riflessi negativi del lavoro da remoto”. Lepre ha poi concluso: “E’ inutile che la politica faccia come gli struzzi con la testa sotto la sabbia; il problema è serio e va affrontato senza indignazioni di facciata, anche perché tutti sono convinti di cosa sia, e sotto alcuni aspetti, sia diventato lo smartworking, quindi, è tempo di dire basta alle abitudini da Covid che tra le altre cose hanno portato alla sedentarietà che non aiuta affatto l’economia a rinascere”.

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