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Italia dei Valori a favore dell'informazione libera, imparziale e plurale. A difesa delle emittenti locali

(ASI) Continua il grande impegno dell'Italia dei Valori in difesa del diritto di informare liberamente e di essere informati in modo quanto più imparziale e plurale. Lo scorso ottobre, Idv ha promosso un incontro con le radio locali, al quale ha partecipato l'on Ivan Rota, membro dell'ufficio di presidenza, per ascoltare le problematiche di un settore non sufficientemente tutelato.  In quell'occasione, attraverso l'intervento dell'on. Rota, il partito si è impegnato a smuovere le istituzioni in difesa delle emittenti radio-televisive locali e così ha fatto.

E' stato depositato alla Camera dei deputati un question time al Ministro dello Sviluppo economico sull'argomento (vedi allegato) che doveva essere discusso in Aula lo scorso 9 novembre, ma che è stato rimandato a causa degli attuali stravolgimenti politici. Appena si insedierà il nuovo Governo, il question time sarà ripresentato.
Il prossimo appuntamento con le televisioni locali sarà martedì 22 novembre, dalle 11 alle 14, presso la Sede dell'Ordine dei Giornalisti di Roma, per la conferenza stampa organizzata dal Comitato "Siamo tutti Telejato".


Interrogazione paramentare presentata dall'Italia dei Valori.


DI PIETRO, FAVIA, DONADI, BORGHESI, EVANGELISTI, ROTA e MONAI

Al Ministro dello sviluppo economico .

— Per sapere –

premesso che:

la sopravvivenza delle emittenti locali nel passaggio delle trasmissioni dal sistema analogico al digitale terrestre rappresenta un'esigenza cruciale per il nostro Paese;

le associazioni di categoria delle tv locali da tempo denunciano l’«esproprio», subito con modalità di dubbia legittimità e, soprattutto, a fronte di un indennizzo gravemente irrisorio, dei canali dal 61 al 69;

le frequenze in questione, come noto, sono state assegnate, attraverso la procedura dell'asta pubblica, alle compagnie telefoniche per garantire alla loro fornitura di servizi in mobilità una maggiore capacità e velocità di trasmissione;

detta procedura (segnatamente l'asta per l'assegnazione delle frequenze in banda 800, 1800, 2000 e 2600), recentemente conclusasi, ha già superato il tetto dei 3,9 miliardi di euro;

ovviamente, ad avviso delle associazioni di categoria delle tv locali, non può essere contestata la circostanza che l'assegnazione agli operatori telefonici avvenga attraverso il ricorso ad un'asta pubblica. Ciò che dette associazioni ritengono inammissibile è che tale operazione sia avvenuta ad esclusivo carico delle emittenti locali. Sotto tale profilo, particolarmente criticabile appare, inoltre, come attraverso un diverso tipo di procedura, ovvero un bando in modalità beauty contest, sei frequenze siano state, di fatto, assegnate praticamente a costo zero, quando invece l'applicazione dell'asta pubblica per l'assegnazione di tali frequenze avrebbe potuto produrre un introito stimato da 1 a 2 miliardi di euro, qualora le condizioni di gara avessero mirato realmente ad assicurare la massima valorizzazione economica delle frequenze da assegnare;

la problematica descritta rischia di infliggere, con tutta evidenza, l'ennesimo colpo sia al pluralismo televisivo nel nuovo scenario tecnologico digitale, sia all'informazione territoriale;

per quanto risulta agli interroganti, dei 3,9 miliardi di euro, incassati dallo Stato dalla vendita delle frequenze mediante la procedura di asta pubblica, non è stata destinata alcuna risorsa a titolo di indennizzo nei confronti delle emittenti televisive locali;

le emittenti locali risultano, peraltro, già fortemente penalizzate dalla mancata 422 del 1993, tesa a garantire il pluralismo attuazione della legge n. dell'informazione e lo sviluppo delle piccole e medie aziende in Italia;

la ratio legis della citata legge del 1993 risiede nella necessità di sostenere la crescita e lo sviluppo delle piccole e medie imprese che rappresentano il 70,8 per cento del prodotto interno lordo nazionale;

numerosi sono gli ordini del giorno presentati in Parlamento e accolti dal Governo (e diversi anche nella XVI legislatura) che condividono l'azione trainante che l'emittenza locale svolge per le piccole e medie imprese, che, di fatto, hanno bisogno di tv locali forti per poter pubblicizzare i loro prodotti e farne aumentare i consumi, con conseguente incremento della produzione, dei fatturati e dell'occupazione;

–:

se e quali iniziative urgenti si intendano adottare, già nell'ambito dei prossimi interventi di carattere finanziario, al fine di destinare a titolo di indennizzo una quota pari al 10 per cento degli introiti derivanti dall'asta per le frequenze 4G in favore del settore televisivo locale, con riferimento ad ogni singola regione del territorio nazionale e in modo proporzionale alla popolazione ivi residente, nonché, all'interno delle singole regioni, nei confronti di tutte le emittenti televisive locali in modo corrispondente ai relativi posizionamenti nelle graduatorie Corecom, e, infine, se e quali iniziative si intendano assumere affinché venga data piena attuazione alla legge 422 del 1993, al fine di favorire l'azione trainante che l'emittenza locale esercita nel nostro Paese.

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