(ASI) "L'Unione europea manda un nuovo segnale al regime di Damasco, allungando con altri 18 nomi la lista delle persone a cui sono congelati beni e visti, e sospendendo tutte le linee di credito della Bei, la Banca degli investimenti europei, mentre per l'Iran, dopo il rapporto sul nucleare dell'Aiea, la decisione su un eventuale inasprimento di misure restrittive potrebbe essere deciso dopo la riunione dei governatori dell'Agenzia in programma giovedì prossimo".

 

Così un comunicato della Farnesina riassume le conclusioni del Consiglio dei ministri degli esteri dell'Ue.

"L'Europa continuerà ad aumentare la sua pressione internazionale e a premere per una forte azione delle Nazioni Unite perché il Consiglio di sicurezza assuma le proprie responsabilità in relazione alla situazione in Siria". La situazione in Siria' è causa di enorme preoccupazione. Lo dichiara l'alto rappresentante della Ue Catherine Ashton aggiungendo: "Ho parlato con il segretario generale della Lega araba e gli ho espresso il nostro impegno a lavorare in stretto contatto con loro", ha aggiunto il capo della diplomazia Ue. La Lega Araba ha deciso di sospendere la Siria per non avere rispettato l'impegno a mettere fine alla violenta repressione delle proteste.

La nota della Farnesina ribaisce il sostegno a tale decisione e nella nota il portavoce, Maurizio Massari ha sottolineato che "Le decisioni assunte dalla Lega Araba, insieme a quelle finora prese dall'Unione Europea e che l'Italia ha sostenuto attivamente sin dall'inizio contribuiscono a consolidare la coesione internazionale e rendono più efficace la pressione sulle autorità siriane per porre fine alle repressioni violente ed avviare una transizione politica democratica''.

L'Italia e' stata, nell'agosto scorso, il primo Paese europeo a richiamare per consultazioni il proprio Ambasciatore a Damasco mentre ha concorso a determinare la posizione dell'Europa che nel Consiglio dei ministri degli esteri dell'ottobre scorso ha affermato che Assad ha perso ogni legittimità e non potendo più essere un interlocutore credibile, deve farsi da parte. L'Italia, dunque, si riconosce pienamente nelle attese dell'Europa affinché in Siria si avvii al più presto un processo di transizione politica improntato ai principi di democrazia, non violenza, massima inclusività delle etnie e confessioni presenti nel Paese.

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