(ASI) “I peruviani residenti in Italia possono votare creando assembramenti con file chilometriche in ogni città, che mai ci sarebbero stati per le elezioni politiche o amministrative nazionali, ma noi no, non possiamo votare.

Votano tutti: americani, portoghesi, spagnoli, olandesi, peruviani, andrà a finire che presto o tardi voteranno perfino i cinesi. Noi no. Benvenuti nella Repubblica dell’arbitrio, figlio della sopraffazione, dove i ristoranti non possono ospitare quattro persone per tavolo ma si può stare nel vagone della metropolitana in 100. Dove i peruviani residenti qui possono votare e noi potremo invece votare solo quando si sarà certi che - con qualche alchimia antidemocratica - prevarrà il Partito Democratico, come nella Repubblica Democratica tedesca. È tutta questione di democraticità, guai a chiamarla ‘dittatura’. Suona male, l’importante è non usare i carri armati ma manipolare le regole, le scadenze, la Costituzione, le leggi elettorali, trovare sempre il modo democratico per far comandare i democratici...”.

È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia che ha fotografato stamattina, attorno all’ex deposito Atac di piazza Ragusa, a Roma, migliaia di peruviani in fila davanti al seggio. La vicenda sarà oggetto di un’interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri Luigi Di Maio e alla ministra dell’Interno  Luciana Lamorgese.

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