(ASI) “Nel Lazio le dosi di vaccino anti Covid-19 sono ancora insufficienti, mentre si costringono i medici di base a vaccinare i cittadini in strutture inadeguate, come gli studi di medicina generale che sono spesso ubicati all’interno di condomini affollati.

Ma anziché risolvere queste criticità, l’assessore alla Salute della Regione Lazio, Alessio D’Amato, accusa la categoria medica, che, non dimentichiamolo, conta finora ben 350 decessi a causa del Covid, di ‘diserzione’, paventando la perdita del posto per chi si rifiuta di aderire alla campagna vaccinale. Un comportamento inaccettabile, che si scontra con una realtà drammatica, visto che ai 4mila medici di famiglia la Regione ha destinato solo 80mila dosi di vaccino, vale a dire venti dosi ciascuno. Il che comporta una scelta, ma con quale criterio un medico può farla? Condivisibile, allora, la posizione dell’Ordine dei medici di Roma, che ricordando l'esperienza negativa vissuta lo scorso autunno con i vaccini anti-influenzali evidenzia come permanga un serio problema di natura organizzativa. Trovare soluzioni e garantire il diritto alla salute dei cittadini dovrebbero essere le priorità per gli amministratori pubblici. Se incapaci, quindi, sono invitati a mettersi da parte”. Lo ha detto l’europarlamentare della Lega Luisa Regimenti, responsabile Dipartimento Sanità per il partito nel Lazio.

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