Tiboni (MIC): “Sovranità non è solo monetaria ma è anche espressione di valori, famiglia e religione"

tiboni22.jpg(ASI) E’ bene ricordare a questi politicanti che al centro dello Stato c’è l’uomo con i suoi diritti inalienabili, c’è un paese, che si chiama Italia e non Europa, ed un popolo che sono gli Italiani. Un popolo dimenticato da questi signori per biechi interessi. 

Lo Stato, e di conseguenza il Parlamento, deve essere una entità posteriore alla persona e quindi ai cittadini, ne rappresenta la prima proiezione sociale e giuridica, mentre oggi ha preso il sopravvento. Il Parlamento ha il dovere di recepire i diritti fondamentali sanciti nella nostra “carta fondamentale” che è la Costituzione, ha il dovere di tutelarli e promuoverli nel modo più perfetto possibile, (come sancisce la nostra Costituzione all’art.2) ma non lo fa. Anziché tutelare i cittadini Italiani, tutela gli immigrati e le altrui economie, mercificano per denaro le nostre radici e la nostra cultura, e questo è inaccettabile. Il Bene Comune non è qualcosa di semplicemente giuridico, di formale o di inerte, ma fa parte della sostanza stessa della Comunità politica Italiana, anzi ne è addirittura il fine. Di riflesso è anche deducibile che la grandezza di uno Stato, non sta solo nell’estensione del territorio, nella forza dei sui eserciti, o nella ricchezza, ma prima di questi fattori, sta nella virtù morale del suo popolo, nella capacità che ha questo di educarsi e di educare. Come disse Mazzini ”uomini buoni fanno buone le leggi cattive, e uomini cattivi, fanno cattive le leggi buone”. Tutto dunque è puntato soprattutto sull’uomo e sulla coscienza dell’uomo, sull’affermazione dell’uomo morale e dei suoi valori, valori che la sinistra ha dissacrato. Quali valori? non il denaro, ma i valori dell’etica e dell’onestà, perché solo così una Società può progredire, consolidarsi e può dare certezze salde ai propri cittadini. Ed è proprio il consenso popolare, che dà legittimazione al potere e trasforma la forza dello Stato in autorità, una forza che diventa così un Valore che nello Stato si incarna, e nella legge si esprime. Ecco allora che è fondamentale ritornare al concetto dell’uomo persona, che con i suoi valori, costituendo lo Stato, diviene cittadino. Questi sono i valori sui quali si è forgiata l’organizzazione politica “ITALIA NEL CUORE” e solo attraverso questi valori, è pensabile di realizzare una forza operante, che fortifichi le nostre radici nazionalistiche. Una forza operante volta alla salvaguardia dell’Italia, della sua gente, della sua cultura e della sua educazione. Una forza operante che non può non trarre origine dalla Famiglia, intesa come organizzazione scientifica di una educazione permanente. Oggi i giovani non credono più nell’Autorità familiare e non vi credono più, perché si è perduto il senso del concetto di Autorità in generale, e segnatamente, di quella dello Stato. Ma i corsi e ricorsi della Storia, ci insegnano che questo senso ritornerà, la Famiglia è in crisi, perché è in crisi il concetto di Autorità. La Famiglia è in crisi, perché è in crisi il concetto di Uomo, inteso come entità spirituale e come custode perenne di Valori. La Famiglia come lo Stato, dà all’uomo il senso della sua continuità nel tempo e l’uomo così agisce in essa come nello Stato, ed in essa sente di esserne parte vitale. Il concetto di autorità dei genitori in una famiglia, è concetto che va al di là della semplice imposizione, perché quella che potrebbe sembrare imposizione, non riveste altro che un valore affettivo. Eppure, l’autorità del genitore, è necessaria perché costui è provvisto del doveroso bagaglio di esperienza e di vedute, bagaglio che al giovane manca. L’autorità dunque, prima che nello Stato, comincia il suo travaglio di mediazione nella Famiglia. L’autorità del padre e della madre, è una vera e propria generazione di esistenza e di valore morale, generazione che si esplica mediante una continua comunicazione di pensiero, di affetto e di esperienze. Valori che la sinistra ha annientato, dissacrando il concetto cardine della famiglia, nelle figure del padre e della madre. La vicenda di questa falsa pandemia ha certificato la piena disaffezione degli Italiani verso questa classe politica. Viviamo in uno stato senza confini in cui la politica è completamente annichilita e completamente asservita al potere delle lobby. Uno stato che dopo aver cancellato le frontiere, punta alla mescolanza etnica con il fine di cancellare culture millenarie come la nostra. Lo Stato oggi è marcescente, poiché è l’uomo che oggi è marcio. Lo Stato si muove e si muta se noi ci mutiamo, ed un ordine nuovo si avrà solo nella misura in cui ciascuno di noi si sforzerà di divenire un uomo nuovo. Se l’uomo perciò sarà sano, lo Stato, la Società sarà libera e sana, e le sue leggi, giuste. Questa è la rivoluzione da fare, una rivoluzione doverosa che passa attraverso il principio della fedeltà, una fedeltà non solo nelle istituzioni ma ancor prima in noi stessi e verso le nostre origini. Le origini di un popolo che ha riempito le pagine dei libri nel corso della storia, il nostro popolo quello ITALIANO! E’ questo l’appello di Italia nel Cuore, affinché tutti ritrovino l’ardore e ritornino alle urne fieri di essere Italiani. Fomentiamo allora una “rivoluzione” che non si fa nelle piazze con il popolo, ma che si fa nella cabina elettorale con la matita in mano, “con quella matita, che è più forte di qualsiasi arma, che è più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello” (queste erano le parole di Paolo Borsellino). In odine alla religione cattolica su cui si fondano le nostre radici Cristiane, è bene non dimenticare che è stata proprio questa finta Unione Europea con sentenza del 18 marzo 2011 a decretare che "la presenza obbligatoria e ostentata del crocifisso nelle aule scolastiche era tale non soltanto da offendere i laici i cui figli frequentano una scuola pubblica, ma anche da turbare emotivamente gli alunni che professavano una religione diversa da quella cristiana o non professano alcuna religione" aggiungendo che "l’esposizione obbligatoria di un simbolo di una particolare confessione nell’esercizio della funzione pubblica relativamente a situazioni specifiche sottoposte al controllo governativo, in particolare nelle aule scolastiche, limita il diritto dei genitori di educare i propri figli secondo le loro convinzioni e il diritto degli alunni di credere o di non credere “. Lo dichiara il Coordinatore Nazionale dell’Organizzazione Politica Italia nel Cuore (MIC) 

 

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