(ASI) "Leggo le motivazioni del tribunale di Francoforte, in Germania che ci parlano di un ricorso respinto perché, scrive il tribunale, sono passati quasi 30 anni dalla morte di Falcone e il tema della lotta alla mafia non è più così sentito tra i cittadini.

 

 Inoltre - prosegue la sentenza - il giudice ha operato principalmente in Italia e in Germania è noto solo a una cerchia ristretta di addetti ai lavori e non alla gente comune che frequenta la pizzeria. A nulla sono valsi i documenti prodotti dalla Fondazione Falcone e dalla sorella del magistrato assassinato a riprova della fama internazionale e in particolare della notorietà in Germania del magistrato palermitano. 

Ma la cosa che offende il nostro Paese è soprattutto il silenzio assordante del ministro della giustizia Alfonso Bonafede, che in una situazione di questo genere avrebbe dovuto ribellarsi e protestare con i canacli ufficiali e diplomatici.

E’ impensabile che per la sua pizzeria a Francoforte un ristoratore abbia scelto il nome "Falcone e Borsellino". Dalle foto vedo che sui muri del locale ha appeso la celebre foto di Tony Gentile che ritrae insieme i giudici e accanto ha messo l'immagine di don Vito Corleone. 

Una violazione della memoria dei due magistrati antimafia giustamente denunciata dalla sorella del giudice Giovanni Falcone, Maria, il cui ricorso è stato respinto perché "il giudice ha operato principalmente in Italia". 

Solo per questo suo silenzio il ministro Bonafede dovrebbe essere mandato via dal Governo. Peccato che questa volta il suo professore, Giuseppe Conte, non gli abbia tirato le orecchie in tempo come spesso ha fatto in più occasioni, ma siamo ormai all’assurdo. 

Ministro Bonafede se ancora fa il ministro, vada in germania e rfaccia riscoprire ai tedeschi il piacere e il privilegio di avere tra i propri erori uomini come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Altrimenti si dimetta, e lo faccia subito”, Così una nota della Senatrice Fiammetta Modena di Forza Italia, membro della commissione giustizia di Palazzo Madama.

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