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Lampedusa. Viale: Gli atti vandalici e le rivolte non modificano il piano di rimpatri

(ASI) «Gli atti vandalici e le rivolte dei migranti nel Centro di Lampedusa avvengono per la consapevolezza dei tunisini che saranno rimpatriati. Questi episodi non modificano tuttavia il piano di rimpatri che prosegue e non subirà rallentamenti. Oggi sull'isola non ci sono più stranieri irregolari».

 

Così è riportato in una nota del Viminale che riassume quanto detto dal sottosegretario all'Interno, Sonia Viale, nel corso di un'informativa urgente del Governo alla Camera sui recenti disordini scoppiati nel Centro di prima accoglienza e soccorso di contrada Imbriacola.

«Ieri tutti i minori presenti nell'isola -continua il sottosegretario - sono stati imbarcati sulla nave Palladio diretta a Porto Empedocle per essere sistemati in una struttura ricettiva a Borgetto (Pa). Lo scorso 12 settembre il ministro Maroni è andato a Tunisi, dove ha concordato un incremento delle operazioni di rimpatrio con dieci voli a settimana articolati su cinque giorni con cento tunisini rimpatriati al giorno. Questo piano straordinario ha la durata di tre settimane e da quando è operativo 841 tunisini sono stati rimpatriati. A

nome del Governo, solidarietà nei confronti della popolazione di Lampedusa per il suo spirito di accoglienza che non risulta offuscato da qualche manifestazione di disagio e insofferenza. Quanto all'incendio di qualche giorno fa nel Centro di prima accoglienza e soccorso in contrada Imbriacola le Forze dell'ordine sono risalite agli autori: quattro tunisini sottoposti a fermo per i reati di incendio, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Con provvedimento del 24 settembre scorso, il comandante dell'ufficio circondariale marittimo di Lampedusa ha dichiarato l'isola porto non sicuro per lo sbarco dei migranti ai soli fini del soccorso in mare. Sulla questione - ha sottolineato - il ministero dell'Interno ha anche chiesto il parere dell'Avvocatura generale dello Stato che ha chiarito il concetto di luogo sicuro di sbarco. Questo è individuato in una località in cui le operazioni di soccorso possono ritenersi concluse, dove la vita delle persone soccorse non è ulteriormente minacciata e dove le loro necessità primarie possono esser reperite».

Stando ai dati forniti dal Viminale e dal sottosegretario Viale, dall'inizio dell'anno, sono 51.596 i cittadini extracomunitari sbarcati sulle isole Pelagie su un totale di 60.656 sbarchi sulle coste italiane nel 2011.

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