(ASI) "È urgente un chiarimento da parte dei vertici dell'Asl To4 rispetto a quanto segnalato ieri dal Tg2 e cioé la promiscuità del percorso all'interno del pronto soccorso del nosocomio di Ciriè, dove non vi sarebbero distinzioni tra covid e non covid.

Un fatto denunciato da sindacati di medici e infermieri, sul quale serve una commissione di verifica che deve essere avviata dall'Asl di riferimento. Ma non solo. Ricevo informazioni relative a una persona morta nelle scorse ore all'ospedale di Ciriè, per patologie diverse da covid, che in fase di 'gestione' in obitorio è stata trattata proprio come un covid. Una persona a me vicina, con una famiglia che non ha certo voglia al momento di aprire polemiche. Ma il fatto resta grave e anche questo da chiarire. Per probabile autotutela del personale, protezione, anche i non-covid vengono assimilati a persone morte per coronavirus. E così serve per il defunto un trattamento particolare a scapito in particolare dei famigliari che non possono più vedere il loro e che devono, con le onoranze funebri, rispettare le regole per i defunti a causa di coronavirus accertati. Il feretro verrà immediatamente sigillato e non esposto. E andrà a essere calcolato tra i covid, quando invece la causa di morte può essere tutt'altra come dichiarato nella cartella clinica. Non avendo però modo e tempo di fare il tampone, probabilmente per tutela del personale, che è comunque importantissima, si propende per una gestione come per i defunti a causa di covid. Su questo mi pare sia opportuno un chiarimento dell'Asl To4 per evidenziare se queste modalità di gestione e organizzative siano diffuse, previste dal protocollo, o riferite al caso isolato che ho avuto modo di conoscere nelle scorse ore". Lo afferma in una nota Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, l'Unione nazionale dei Comuni e degli Enti montani.

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