Foibe, convegno negazionista a Dalmine, Belotti (Lega): "le istituzioni revochino patrocini e finanziamenti ad Anpi, Acli, Arci e Cgil.

Prendano le distanze e chiedano scusa alla memoria di migliaia di morti innocenti"

(ASI) Roma – "Le istituzioni, le forze politiche, le associazioni, i sindacati non possono restare silenti di fronte alla vergognosa negazione storica sulle foibe andata in scena venerdì a Dalmine durante la serata organizzata da Anpi, Arci, Cgil, Acli e Il Porto. Vogliono prendere le distanze pubblicamente, senza se e senza ma, oppure condividono quanto dichiarato dalla pseudo storica Grazia Milesi, ovvero che "gli infoibati e gli esuli Italiani giuliano-dalmati se la sono meritata perché erano tutti fascisti, in realtà i numeri divulgati sono gonfiati, gli esuli hanno scelto liberamente di andarsene dalle loro terre per cogliere un'opportunità nella Repubblica Italiana, e il Giorno del Ricordo è stato istituito sulla base di bugie e come rivalsa nei confronti del Giorno della Memoria"? ".

Lo dichiara in una nota Daniele Belotti, deputato e capogruppo Lega in Commissione Istruzione cultura sport della Camera.

"Una serata che doveva essere una celebrazione della Giornata del ricordo – spiega Belotti - si è rivelata, invece, una pugnalata nella schiena, l'ennesima, alla memoria degli infoibati e dei loro discendenti. Ma gli organizzatori non potevano non sapere, viste le note posizioni negazioniste della relatrice.  A questo punto ci aspettiamo, in primis, dall'Acli, realtà associativa espressione del mondo cattolico, una forte condanna della visione negazionista emersa durante la serata dalminese, anche se restiamo sempre più sbalorditi dalla posizione dell'Associazione Cristiana Lavoratori Italiani che, a Bergamo, ormai si è allineata alla sinistra più estrema arrivando persino a manifestare al fianco degli spaccavetrine dei centri sociali.  Ci aspettiamo che l'Arci e la Cgil, chiedano subito scusa alle associazioni degli esuli giuliano dalmati per aver umiliato la memoria delle migliaia di defunti infoibati.  Ci aspettiamo che i Comuni, le Province, le Regioni e i Ministeri, che offrono contributi o patrocini all'Anpi li abroghino immediatamente, perché è inaccettabile che un'associazione, che ormai è diventata una costola della sinistra più estrema, venga finanziata con soldi pubblici per infangare la memoria delle migliaia di morti innocenti che hanno avuto solo la colpa di essere italiani, altro che fascisti. Per questo presenterò un'interrogazione parlamentare. Va lanciato un messaggio chiaro: chi nega o giustifica l'eccidio delle foibe, si mette sullo stesso piano dei filonazisti che sostengono che non è esistita la Shoa.  Le vergognose posizioni dell'Anpi, portano a uccidere, per l'ennesima volta, gli infoibati dopo che 75 anni fa lo furono fisicamente e per decenni moralmente, dimenticati dalle pagine di storia. E tutto questo lo dico da figlio di un partigiano, che, a 17 anni, salì sui monti della Val Seriana per aggregarsi alla Brigata Camozzi di Giustizia e Libertà. Ma sono certo che il 90% di chi, allora, combatté il fascismo, oggi si vergognerebbe di coloro che, nel 2020, portano avanti il loro nome, dimenticando che non tutte le formazioni partigiane erano comuniste, umiliando la memoria di chi è morto, innocente, gettato in una cavità carsica. Agli amici dell'Associazione Nazionale Venezia-Giulia e Dalmazia di Bergamo e alla presidente Maria Elena De Petroni va la mia più sincera solidarietà".

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