(ASI) - Lucia Borgonzoni, la senatrice leghista che sfida il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, ha dichiarato: "Noi siamo abituati al contatto con la gente, a Bologna fisseremo la sede elettorale in periferia.

I numeri dell’economia sono buoni. Ma diciamo anche che le liste d’attesa per le prestazioni specialistiche sono troppo lunghe. E le dico che intercetteremo anche i voti in fuga dai Cinquestelle". Intanto le elezioni regionali si avvicinano, la data è quella del 26 gennaio.

Gian Luca Vinci, eletto alla Camera, coordinatore dell’area Emilia, fu il regista del ballottaggio reggiano. "Lucia ogni giorno è nelle piazze e si farà conoscere. L’abbiamo scelta per affidabilità e coerenza. Qualità che non possiede il Pd. Hanno chiuso i punti nascita dell’Appennino a Porretta di Bologna, Pavullo di Modena e Castelnovo monti di Reggio e ora promettono di riaprirli. Noi eravamo contrari. A Reggio il ballottaggio, a Ferrara con Alan Fabbri abbiamo conquistato il sindaco, idem a Piacenza. Se vinciamo deve dimettersi il governo".

Il governatore uscente Stefano Bonaccini ha dichiarato: "Bisogna stabilire chi guiderà l’Emilia-Romagna, il governo è un’altra partita anche se comprendo il valore simbolico del voto. Lucia Borgonzoni si presenta sempre con Matteo Salvini, io vado da solo. La mia campagna elettorale si misura sui risultati ottenuti. In questi anni ho percorso oltre mezzo milione di chilometri e ho visitato tutti i 328 comuni. Discuto dei problemi e delle opportunità per l’Emilia-Romagna. Stop".

Non si è fatta attendere la replica della senatrice: "Anche Zingaretti è al fianco del candidato e verrà in Emilia-Romagna. Bonaccini dimentica di dire che il modello Emilia lo fanno i lavoratori e gli imprenditori. Il Pil è alto? Sì, ma a Reggio e Imola è crollato il modello coop protetto dal Pd: sono fallite Unieco, Coopsette, Cesi. Un crac da oltre 2 miliardi di euro".

Nei sondaggi delle scorse settimane, la Lega è il partito più forte ma il gradimento per Bonaccini è al 48% mentre quello di Borgonzoni si ferma al 31%. Rimane da capire il M5S se si schiererà con il Pd o correrà da solo e questo potrebbe essere l'ago decisivo della bilancia elettorale.

 

 

Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia

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