(ASI) "Sarà depositato già in giornata il disegno di legge, per cui richiederò la trattazione urgente, per ripristinare la denominazione ufficiale Alto Adige nella legge europea approvata nei giorni scorsi con l’unico voto contrario del sottoscritto in Consiglio provinciale".


"Se le dichiarazioni di ieri del Presidente della giunta provinciale Kompatscher, che ha tardivamente parlato di errore per gettare acqua sul fuoco, sono sincere non avrà difficoltà ad approvare la norma e a riparare al danno compiuto", osserva Urzì. "Se ciò non dovesse avvenire con i nostri esperti stiamo valutando l’opportunità di presentare alla Corte dei Conti un esposto per danno di immagine subito dall’Alto Adige in tutto il territorio nazionale. Del resto - aggiunge Urzì - la Provincia ha creato addirittura agenzie di immagine per curare la buona percezione del territorio investendo centinaia di migliaia di euro. Anni di campagne di promozione dell’Alto Adige e delle sue bellezze turistiche ed enogastronomiche rischiano ora di venire danneggiate da una incomprensibile e gretta impuntatura legata all’idea di un primato culturale e linguistico di partiti dichiaratamente secessionisti come Suedtiroler Freiheit e del Suedtiroler Volkspartei, che ha abbandonato la linea della moderazione per inseguire quella della antistorica provocazione".

"Se l'obiettivo finale del Presidente della giunta Kompatscher è quello annunciato di dettare agli Italiani l’uso della denominazione “Sudtirolo”, senza alcun rispetto per le sensibilità della componente italiana e della sua identità, noi non resteremo a guardare. La comunità italiana - conclude il coordinatore regionale di Fdi - non un corpo estraneo in Alto Adige come vorrebbero alcuni, ma è parte integrante di un territorio che si fonda sul bilinguismo è che è a tutti gli effetti un pezzo d'Italia che si riconosce, come il resto del Paese, nella Costituzione italiana".


Lo comunica in una nota l'Ufficio Stampa di Alessandro Urzì, Consigliere regionale e provinciale de L’Alto Adige nel cuore Fratelli d’Italia.

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