(ASI) Roma - “Apprendiamo in queste ore con enorme stupore che il Centro studi di Confindustria avrebbe proposto una tassa sul prelievo di contanti per combattere l’evasione fiscale.

La proposta, avanzata nell’ambito del dibattito in vista della prossima legge di bilancio, ci lascia interdetti perché non comporterebbe oneri aggiuntivi netti per la finanza pubblica e consentirebbe, attraverso una commissione del 2% sui prelievi superiori ai 1500 euro mensili, di recuperare circa 3,4 miliardi l’anno che, nell’ottica di Confindustria, dovrebbero essere utilizzati per incentivare l’uso della moneta elettronica. Un’idea criticata, sia da Confesercenti che da Confcommercio, organizzazioni di categoria alle quali vogliamo aggiungerci nel sottolineare quanto, non solo la proposta sia folle, ma faccia tanto più specie che un’organizzazione che rappresenta un’amplia componente dell’imprenditoria italiana, in un momento di crisi come quello congiunturale, proponga l’introduzione di una nuova tassa che penalizzerebbe i consumi. Crediamo che, una fattispecie come questa, non abbia precedenti nel mondo occidentale. Nel Paese dove esistono più tasse al Mondo e dove ogni Governo che si sussegue non fa altro che proporne di nuove, gli enti economici e la loro rappresentanza sindacale, dovrebbe fare barricate quotidiane per combattere la pressione fiscale, anziché legittimarla lanciando nuove idee su come colpire economicamente i cittadini. L’auspicio non può che essere quello che questa proposta non venga portata avanti da parte di nessuno e che Confindustria, da noi sempre sostenuta, rinsavisca presto tornando a posizioni più tradizionali e liberiste, negli interessi dei suoi associati”. - Così in una nota Alessandro Bertoldi, Direttore esecutivo Istituto Milton Friedman Institute.

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