(ASI) Roma – “Pur avendolo scritto nero su bianco nel testo del disegno di legge e ribadito più e più volte, c’è ancora chi, ultimo oggi il vicepresidente di Confindustria Maurizio Stirpe in un’intervista al Corriere della Sera, sostiene che con la nostra proposta sul salario minimo orario ci sarebbe una fuga dai contratti collettivi nazionali. Niente di più sbagliato.

Se chi critica il ddl a firma di Nunzia Catalfo lo avesse prima letto attentamente si sarebbe reso conto che è vero l’esatto contrario, infatti il nostro obiettivo è quello di stabilire che nessun lavoratore possa guadagnare meno di quanto previsto dai CCNL più rappresentativi e, comunque, mai meno di 9 euro lordi all’ora. Contemporaneamente, in questo modo viene rafforzata la contrattazione collettiva ‘sana’ e si contrastano i contratti pirata e il dumping salariale, quindi la concorrenza sleale”. Così in una nota i senatori del MoVimento 5 Stelle in Commissione Lavoro. “La fuga dai contratti collettivi - chiariscono i parlamentari pentastellati - si sarebbe potuta manifestare fissando un salario minimo fuori dai contratti collettivi nazionali, ma, come detto, nella proposta non c’è scritto questo. Un provvedimento così importante richiede la collaborazione di tutti gli attori in campo, in primis le associazioni sindacali e datoriali, purché i giudizi espressi non vengano mossi da inutili pregiudizi”, concludono i senatori del M5S.

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