(ASI) Firenze  - “Fin qui siamo andati avanti di proroga in proroga ma ora serve cambiare la norma definitivamente e permettere alle aziende di avere certezze per il futuro” così Giorgio Silvano Dell'Artino, presidente di Azione Ncc, l'associazione delle aziende di servizio di trasporto pubblico con conducente, spiega il senso della protesta che ha visto decine di Ncc protagonisti di una singolare manifestazione a Piazzale Michelangelo a Firenze quando con le loro auto hanno formato una croce.

 

“Una croce – spiega Dell'Artino – perché rischiamo di morire se le istituzioni non si muovono e continuano a volerci mettere in croce. Si tratta però solo di un assaggio perché il 29 novembre saremo tutti a Roma per far capire a Governo e Parlamento che qua si tratta della vita o della morte di centinaia di imprese e di posti di lavoro. Solo in Toscana abbiamo calcolato che almeno il 70% delle 3mila aziende Ncc operanti sarebbe costretta a chiudere”.

La norma a cui fa riferimento il presidente di Azione Ncc è l'articolo 29 1 quater (del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14 ) che stabilisce che ogni Ncc per ogni servizio deve partire dalla propria autorimessa e farvi ritorno appena concluso il trasporto. Una disposizione che negli ultimi anni era stata sospesa e anche la manovra del Governo l'aveva rinviata al 31 dicembre di quest'anno. Quindi dal 1 gennaio 2019 tornerà a essere operativa. “Ma essere obbligati a rientrare ogni volta in autorimessa – fa notare Dell'Artino - significa aumentare lo spreco energetico e i costi economici a carico delle imprese con la ovvia conseguenza che molte chiuderanno e che quelle che rimarranno sul mercato saranno costrette a aumentare notevolmente i prezzi agli utenti. Tanto più che si tratta di una norma pensata più di 10 anni fa – continua il presidente di Azione Ncc – quando il sistema del trasporto pubblico era completamente differente, basti pensare che il car-sharing o bla bla car non erano ancora nati. Non vedere questi mutamenti oggettivi e costringere gli Ncc a restare prigionieri di un passato che non c'è più dimostrerebbe che ci considererebbero imprese di serie B e quindi sacrificabili”.

“Con questa croce simbolica noi chiediamo che quella norma sia definitivamente abrogata in maniera tale da dare certezze a chi ha investito e vuole continuare a farlo” conclude il presidente di Azione Ncc."

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