(ASI) - Una nota di aggiornamento del Def spiega che con la riforma della legge Fornero allo studio del governo, potrebbero tornare i divieti di cumulo tra pensione e redditi da lavoro che erano stati cancellati nel 2009.

A chi lascerà il lavoro utilizzando le nuove norme, ossia la cosiddetta 'quota 100' con 62 anni di età e almeno 38 di contributi, potrebbe essere completamente vietato intraprendere attività autonome o a anche da dipendente per arrotondare la pensione. Non è ancora stato deciso se il divieto di cumulo sarà «assoluto», oppure se ci sarà un meccanismo di penalizzazione come esisteva in passato. In pratica fino alla metà della retribuzione dell'attività lavorativa svolta dal pensionato, potrebbe tornare all'Inps o al Fisco. Il divieto di cumulo è un passaggio strategico per la riforma previdenziale del governo. L'idea degli economisti che lavorano al progetto, è quella di sostituire i lavoratori più anziani con forze giovani. L'obiettivo è che per ogni due pensionati, ci sia almeno l'assunzione di un ragazzo. Quello che si vuole scongiurare, reintroducendo il divieto di cumulo, è che le aziende mandino via i propri dipendenti per poi riassumerli a costi ridotti da pensionati.

Per consentire al mercato del lavoro “di stare al passo con i progressi tecnologici è oggi necessario accelerare e non ritardare questo processo e dare spazio alle nuove generazioni interrompendo il paradosso per il quale giovani, anche con elevata istruzione, rimangono fuori dal mondo produttivo mentre le generazioni più anziane non possono uscirne”. Non solo. Una maggiore stabilizzazione sul lavoro conseguente al maggior turnover dei giovani porterà anche, si legge, al contrasto “alla bassa natalità che se non risolta comporterà problemi sulla sostenibilità futura dello stesso sistema pensionistico italiano”.
Chi ha 63 anni dovrà comunque garantire i 38 anni di contributi e, dunque, la quota salirà a 101, e così via. Resterà in vigore anche il pensionamento di vecchiaia a 67 anni e 10 mesi. Chi lascerà con questo requisito il lavoro, non avrà divieti di cumulo. E lo stesso vale per chi arriverà alla contribuzione massima, ossia 42 anni e 10 mesi. È intenzione del governo, poi, congelare l'aumento dell'età e dei contributi prevista per il primo gennaio del prossimo anno, quando l'età di vecchiaia dovrebbe salire a 67 anni, e quella contributiva a 43 anni e tre mesi.

 

 

Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia

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