(ASI) “Fermare immediatamente le agevolazioni concesse alla Birmania (ex Myanmar) sulle esportazioni in Europa di riso, dopo che le Nazioni Unite hanno chiesto alla giustizia internazionale di perseguire il capo dell'esercito e altri cinque alti comandanti militari per "genocidio intenzionale", "crimini contro l'umanita" e "crimini di guerra" contro la minoranza musulmana dei Rohingya.”.

E’ quanto chiede la Coldiretti nel denunciare che sono aumentare del 66%, tra settembre 2017 e luglio 2018, le importazioni europee di riso dalla Birmania raccolto anche sui campi della minoranza Rohingya costretta ad abbandonarli a causa della violenta repressione da parte del governo. Nonostante l’accusa di genocidio, la Birmania gode tuttora – denuncia la Coldiretti – da parte dell’Unione Europea del sistema tariffario agevolato a dazio zero per i Paesi che operano in regime EBA (tutto tranne le armi). Il risultato – continua la Coldiretti - è che la Birmania si colloca tra i principali fornitori asiatici di riso dell’Italia insieme a India, Pakistan, Thailandia e Cambogia. “Non è accettabile che l’Unione Europea continui a favorire con le importazioni la violazione dei diritti umani nell’indifferenza generale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “è invece necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore a sostegno di un vero commercio equo e solidale”.

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