(ASI) Il prossimo 26 e 27 marzo ad Ottawa si terrà la prima riunione del Comitato congiunto sulle misure sanitarie e fitosanitarie creato dal CETA, all’insegna della totale assenza di informazione e di trasparenza. 
Si tratta di una notizia gravissima, poiché il meeting si svolgerà a porte chiuse con la partecipazione di membri della Commissione Europea, del Governo canadese, delle imprese e degli enti regolatori ma non i membri degli organismi eletti: il che, tradotto, significa che i Parlamenti nazionali – cioè i diretti rappresentanti dei cittadini – non potranno prendere parte alla discussione. All’ordine del giorno ci sono temi importanti e delicati come la salute animale e delle piante, le ispezioni e i controlli, le linee guida per determinare l’equivalenza tra prodotti europei e nordamericani, l’impatto sulle importazioni causato dai limiti per le sostanze chimiche, le autorizzazioni per i fungicidi e per il glifosato.

Abbiamo ribadito più volte che tra i maggiori rischi del Trattato di Libero Scambio con il Canada c’è l’intenzione di superare il principio di precauzione, che viene visto come un ostacolo da abbattere e non come un legittimo e insostituibile strumento di tutela per i consumatori e per l’ambiente. In numerose occasioni abbiamo manifestato ed espresso assoluta contrarietà al CETA, chiedendo di non ratificare un Trattato che implica cambiamenti nettamente peggiorativi in termini di tutela della salute del consumatore e dell’ambiente, di risoluzione delle controversie tra investitori e Stato, di salvaguardia delle denominazioni italiane DOP e IGP e di garanzie per i lavoratori.
Ora, almeno in Italia, la ratifica è stata bloccata ma ciò non significa che i rischi che da tempo paventiamo siano scongiurati, anzi: notizie come questa dimostrano che i nostri timori si stanno concretizzando. Condividiamo quindi l’allarme lanciato dalla Campagna Stop TTIP/Stop CETA, a cui peraltro aderiamo, rilanciando l’esortazione ai parlamentari europei di convocare in audizione la Commissione UE per chiedere spiegazioni in merito e la richiesta ai neoeletti nel Parlamento nazionale per la costituzione di un gruppo interparlamentare Stop CETA.

“E’ assolutamente inaccettabile che i Parlamenti e l’opinione pubblica vengano tagliati fuori dai processi decisionali che riguardano le normative a tute della salute dei cittadini. La società civile ha il diritto di essere informata e di partecipare a queste operazioni” – lo dichiara in una nota Emilio Viafora, Presidente di Federconsumatori.

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