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(ASI) “La vicenda di Fincantieri si è complicata fino al punto in cui oggi siamo. Questo, non solo a causa della crisi strutturale del settore, ma anche per la completa assenza di politica industriale da parte del governo. Sia il ministro Romani, sia il suo predecessore, hanno completamente latitato.

 In particolare, con la manovra di bilancio del 2008 sono stati sottratti circa 75 milioni di euro dal programma europeo LeaderSHIP dedicato all'innovazione e alla ristrutturazione della cantieristica. Così, mentre gli altri Paesi europei sostenevano le loro imprese, il governo Berlusconi lasciava soli azienda e lavoratori. Il ritiro oggi del piano industriale presentato dall'azienda è condizione necessaria ma certamente non sufficiente per il futuro di Fincantieri. Ora, si deve mettere in campo un'iniziativa seria di politica industriale, sia a livello nazionale che europeo, che consenta di cogliere tutte le opportunità nel settore della cantieristica e in settori adiacenti, al fine di salvare tutti i posti di lavoro e rilanciare gli insediamenti produttivi. Il Pd ha proposto da oltre un anno in Parlamento una serie di interventi, tra i quali il sostegno di un'iniziativa europea per la rottamazione dei traghetti; lo sviluppo dei brevetti di Fincantieri per le navi mangia petrolio; il sostegno alle garanzie al credito per gli armatori attraverso la Sace. Il governo si confronti in Parlamento nell'interesse del Paese, dei lavoratori e della nostra base manifatturiera”.

Lo dichiara Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Pd, nel corso della manifestazione dei lavoratori di Fincantieri a Roma davanti alla sede del ministero dello Sviluppo economico in viale Boston.

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