(ASI) “Dopo una vendita a porte chiuse della quale conosciamo le sole linee generali, per di più in modo confuso, e le prospettive ben poco allettanti di migliaia di esuberi, il fronte Ilva non può che continuare a rappresentare un rebus preoccupante per la città di Taranto. Il Governo, e il decreto Mezzogiorno ne è la conferma, non pensa ad uno scenario alternativo per il capoluogo ionico, con un piano di riconversione economica e lavorativa, ma ad un salvagente (e ad un possibile nuovo commissariamento) nel caso in cui i nuovi concessionari, e futuri proprietari, divenissero inadempienti circa l’attuazione degli accordi. Ben venga il controllo, ma l’assenza di un vero piano B è a dir poco sconfortante”, lo dice l’onorevole Vincenza Labriola di Forza Italia.
“Stando alle tante, troppe promesse di Matteo Renzi, Taranto avrebbe dovuto cambiare passo, camminare verso il riscatto – prosegue Labriola –, la città rappresenta invece il fallimento assoluto dei governi a guida PD. I tarantini chiedono solo una vita normale, vogliono vedere crescere i propri figli, non vederli morire per colpa di un ambiente profondamente contaminato e mai bonificato. Basta dunque con i decreti spot a fini elettorali, basta con gli amministratori locali conniventi con il potere romano e che si accontentano delle sole briciole. Il destino del Paese è strettamente legato a quello di Taranto, perché è noto come la velocità di una vettura sia quella della sua ruota più lenta. E ad oggi, la nostra realtà, rappresenta purtroppo la ruota più lenta”.
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