(ASI) “Il processo di primo grado per la strage ferroviaria di Viareggio, che il 29 giugno 2009 causò la morte di 32 persone, si è concluso ieri con il dimezzamento delle pene richieste.
La sentenza non ci soddisfa affatto, in quanto si tratta un’applicazione così buonista della norma che - su accuse come disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali –va a sancire l’idea che è facoltativo per le aziende investire su prevenzione e sicurezza.
E’ anche evidente che, attraverso i vari gradi di processo, una condanna a 7 anni ha molte probabilità di essere ulteriormente ridotta, laddove può scattare la mannaia della prescrizione per alcuni dei reati (in primis, incendio colposo e lesioni colpose). Una preoccupazione ben presente ai familiari delle trentadue vittime, che da tempo sollecitano un intervento normativo.
E’ per questo che come movimento politico ci impegneremo affinché sia approvata al più presto la riforma del processo penale, che eliminerà almeno per il futuro, il rischio della prescrizione del reato nei casi come quello del disastro ferroviario di Viareggio
Ci saremmo, inoltre, aspettati che Marco Moretti declinasse il titolo di Cavaliere del lavoro - concessogli da Napolitano un anno dopo la strage - e sarebbe opportuno che lui e gli altri dirigenti condannati ieri in primo grado si dimettessero dall'incarico che al momento ricoprono.
E’ ora giunto il momento che prima degli interessi di parte e dei poteri forti ad essere tutelati siano i diritti lesi di tante vittime innocenti e delle loro famiglie.
Queste le dichiarazioni di Cinzia Pellegrino, Coordinatore Nazionale del Dipartimento tutela Vittime di FdI-AN, e di Ilaria Michelucci, Coordinatore del Dipartimento per la Toscana, a margine della sentenza emessa ieri sul deragliamento del treno cisterna nel 2009.

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