(ASI) ROMA, - "Ci complimentiamo con il senatore del Pd, Stefano Esposito, secondo cui interferire e fare pressioni per favorire una azienda amica, nonostante fosse pure a conoscenza di relativi 'conti con la giustizia', è nella piena normalità.

E un doppio Urrà va al Pd, che lo stesso senatore Esposito, visti questi precedenti, lo nomina come 'commissario' del partito in un municipio sciolto per mafia". Rispondono così, ironicamente, Laura Castelli, Ivan Della Valle e Marco Scibona, parlamentari del M5S, alle parole del senatore del Pd in merito alla vicenda legata al processo "San Michele", scaturito dalle indagini sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Piemonte.

"Per noi invece non è affatto normale - continuano - non è normale che Eposito sia anche assessore ai trasporti della Capitale d'Italia, non tanto per la nomina in sé, quanto per il ruolo politico che implica tale nomina: il commissariamento della fascia capitolina per gestioni 'chiacchierate' di contratti e partecipate. Se poi a tutto questo aggiungiamo che il protagonista della vicenda è uno dei più convinti sostenitori della Grande Opera - aggiungono i tre - quella linea TAV-TAC che ogni giorno è sulle prime pagine per eventi tacciati di terrorismo, lui che non risparmia attacchi agli oppositori del TAV in nome di una presunta legalità il quadro è a dir poco sconvolgente".

"Lungi da noi l'acclamazione immediata all'opera del boia, attendiamo che le indagini facciano il loro corso, auspichiamo però che la magistratura usi gli stessi metodi con tutti e non faccia sconti a nessuno come finora ha fatto con perseveranza e convinzione per contrastare gli oppositori. Di nostro siamo sempre più convinti che questa Grande Opera 'non s'ha da fare' - concludono - sia per le motivazioni tecniche trasportistiche e finanziarie che quasi quotidianamente denunciamo, sia per il metodo e l'ambientazione, purtroppo, di cui queste opere sono intrise e caratterizzatte". 


Redazione Agenzia Stampa Italia

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