(ASI) "Con il Decreto Banche Popolari viene confermata l'ossessione del Governo Renzi per le "riforme purchessia", ossia per la testarda volontà di varare riforme a prescindere da motivi, conseguenze e risultati pur di dare in pasto alla pubblica opinione una nuova riforma.

In questo caso poi il provvedimento, che cambierà la governance delle Popolari facendo loro perdere l'essenziale caratteristica mutualistica e quindi di banca di prossimità e di territorio, avrà un chiaro effetto negativo su quello che è già il vero problema del sistema bancario italiano, cioè la capacità di erogare credito a famiglie e PMI." Lo ha detto nel corso del suo intervento a Montecitorio l'on. Pietro Laffranco, parlamentare di FI, membro della Commissione finanze.

"La riforma, che rischia di prestarsi a forti intendimenti speculativi di chi con poco investimento confida in rapidi guadagni, - ha aggiunto  Laffranco - non è coerente col profilo del tessuto economico italiano, non è motivata da dati e storia delle Banche Popolari, da sempre più capaci delle grandi banche di erogare credito alla PMI, è in contrasto con ciò che fanno ad esempio in Germania dove vengono strenuamente difese, né il suo ambito applicativo è rappresentativo di alcun criterio di vigilanza. Inoltre, nessun rappresentante del Governo ha avuto il coraggio di spiegare perché trasformare in SPA solo quelle sopra gli 8 mdl/€ di attivo, né perché il parametro di riferimento sia il cd "attivo" piuttosto che la patrimonializzazione al netto degli ammortamenti."

"È abbastanza incredibile - ha concluso  Laffranco - che nell'Italia di Renzi si voglia  cambiare ciò che complessivamente funziona ( al netto di alcune indagini della Magistratura e della CONSOB che avrebbe dovuto indurre prudenza piuttosto che premura), in questo caso addirittura con un Decreto i cui presupposti costituzionali di utenza non esistono visto che secondo alcuni esponenti della maggioranza la riforma era attesa da anni, e si lasci senza risposta ciò che frena la crescita economica, ad iniziare dalla separazione tra banche di raccolta e banche d'affari, che da tempo proponiamo assieme ad diversi colleghi di vari gruppi parlamentari.".


Redazione Agenzia Stampa Italia

ASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione

Continua a leggere