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(ASI) “La morte del tenente Massimo Ranzani rende ancora più alto il tributo di sangue pagato dall’Italia in Afghanistan. Il dolore per l’ennesima perdita umana deve essere vissuto come hanno il dovere di fare i grandi Paesi, onorando il caduto e ribadendo con forza, senza se e senza ma, che prosegue il nostro impegno per garantire pace, democrazia e sicurezza laddove non ci sono”.

Lo scrive il vicepresidente di Futuro e Libertà, Italo Bocchino, sul sito www.futuroeliberta.com . Quello che colpisce negativamente – continua il vicepresidente di Fli – è l’assenza dei nostri servizi segreti nelle aree dove ci sarebbe bisogno di una seria azione di intelligence. Da quando i nostri servizi sono stati riformati e normalizzati non ne hanno azzeccata una. In Afghanistan non tutelano il lavoro dei nostri soldati, in Tunisia, Egitto e Libia non si erano accorti di quello che stava accadendo, nonostante il nostro paese sia tra i più esposti alla crisi del Mediterraneo. C’è da chiedersi che cosa stanno facendo gli 007 italiani in giro per il mondo e sarebbe utile che il governo e il Parlamento facessero luce su queste carenze, invertendo la rotta di quello che appare un fallimento”, conclude Bocchino.

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