(ASI) La moneta unica, concepita come strumento per superare gli squilibri tra i paesi europei e consentire all’Unione di tener testa alla sfida della globalizzazione, ha fallito su entrambi i fronti.

 Mentre le discrepanze tra paesi forti e deboli e le diseguaglianze sociali all’interno dei singoli paesi si sono accentuate, l’Europa è addirittura diventata l’epicentro della crisi economica globale. Hanno fatto fiasco le dottrine monetariste ed i trattati neoliberisti posti a fondamento dell’Unione e della moneta unica. Malgrado ciò tecnocrati e oligarchie europee si arroccano a difesa di impossibili vincoli di bilancio e di politiche austeritarie che aggravano recessione, deflazione, disoccupazione di massa, miseria e degrado sociale.

Il governo Renzi, a dispetto dei suoi annunci mirabolanti e per quanto pasticciata sia la sua Legge di stabilità, ha scelto di obbedire ai diktat di Bruxelles, Francoforte e Berlino. Continuando a colpire il popolo lavoratore e premiando solo il grande capitalismo finanziario e industriale, l’Italia va dritta verso l’abisso.

Esistono le condizioni ed i tempi per riformare l’Unione monetaria? Oppure la sua dissoluzione è nell’ordine delle cose? E se è così, come evitare che la riconquista da parte degli Stati delle loro sovranità sia pilotata da forze reazionarie e scioviniste?

Un’uscita da sinistra dalla trappola dell’euro non è solo necessaria, è possibile.

Ne parleremo a Roma il 22 Novembre con:

Emiliano Brancaccio

Stefano Fassina

Paolo Ferrero

Vladimiro Giacchè

Enrico Grazzini

Leonardo Mazzei

 

 

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