(ASI) Iniziata ufficialmente la fase di “pre-riscaldamento” in vista delle elezioni regionali 2015 in Umbria.

Lunedì scorso la proposta dei centristi in commissione Statuto, per una nuova legge elettorale regionale che preveda il doppio turno sul modello di quella utilizzata per le elezioni dei sindaci(ossia ballottaggio per chi non supera il 50% al primo turno) e collegio unico regionale in sostituzione di quello provinciale (ossia il candidato non sarà più legato al solo voto della zona di appartenenza, ma sarà votabile su tutto il territorio).  La risposta del Pd è giunta sotto forma di una legge elettorale a collegio unico regionale, turno unico e abolizione del voto disgiunto. Nella stessa proposta viene anche stabilito un minimo di 3.000 firme per le formazioni e le liste non rappresentate in parlamento (come ad esempio Ricci).

Questa proposta del Pd ha creato malumori non solo nell’opposizione, con Forza Italia che l’ha definita “Super - Truffa”, ma anche all’interno della propria maggioranza con voci di dissenso che sono arrivate da Idv, Rifondazione Comunista e Socialisti. Il Capogruppo regionale Raffaele Nevi ha spiegato le motivazioni di detto giudizio basandosi su due principali criticità strettamente legate tra loro. La prima è l’incostituzionalità di questa proposta di legge che così come è viola quelli che sono i principi di larga rappresentanza dell’elettorato. Secondo Nevi infatti il pericolo giunge dal fatto che basterebbe un misero 40% dei voti  per far si che la coalizione possa ottenere il 60% dei seggi. Per questo stesso meccanismo le coalizioni diverrebbero delle “accozzaglie” avente come unico obbiettivo il superamento della soglia del 40%, mettendo in secondo piano i contenuti e le proposte fatte ai cittadini.

L’altra problematica, legata alla prima, Nevi la identifica nel meccanismo del collegio unico. Secondo Nevi si  rischia di avere una prevalenza di rappresentanti delle grandi città a discapito di quelli dei piccoli centri che in tal modo si vedrebbero privati di peso ed importanza e quindi si troverebbero emarginati dalle principali decisioni della politica regionale. “Impensabile”- ha sottolineato Nevi –“che in una regione come l’Umbria, fatta di poche grandi città e costellata di piccoli centri, costituenti pertanto una parte fondamentale dell’elettorato, che proprio questi ultimi si vedano ridurre il peso politico e decisionale”.

Critico anche il giudizio sul voto disgiunto, che finirebbe per essere una limitazione della libertà di voto dei cittadini.

In casa del centrodestra, Nevi conferma l’apertura dei giorni scorsi di Marco Squarta (Fratelli d’Italia) al sindaco di Assisi, Ricci, così come ad Ncd. Il capogruppo Nevi ha precisato- “Questa linea d’azione è in pieno accordo con quanto dichiarato dal presidente Berlusconi. Non abbiamo chiusure pregiudiziali nei confronti di nessuno voglia essere alternativo al centrosinistra, purché abbiano un programma chiaro, si riconoscano nel centrodestra e non impongano nomi o scelte per far pesare la loro presenza. Dialogheremo solo con chi ha le idee chiare e voglia dare il suo contributo”.

 

Cenusa Alexandru Rares - Agenzia Stampa Italia

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