(ASI) Roma - “L’emergenza Arsenico riscontrata negli acquedotti di Roma Nord è stata gravemente sottovalutata mettendo a rischio la salute pubblica di interi quartieri del XIV e del XV Municipio coinvolgendo anche i comuni di Fiumicino e Sacrofano. E’ avvilente pensare che il Sindaco Marino abbia emesso l’Ordinanza n.36 solo il 21 febbraio 2014 quando le note di riscontro sui rilievi effettuate dalla Asl Roma C risalgono addirittura al 2013 perfino ritardando di una settimana la pubblicazione all’albo pretorio rendendola pubblica sul sito capitolino solo il 28 febbraio. Gravi ritardi che hanno avvelenato migliaia di concittadini e su cui Roma Capitale deve dei chiarimenti”. Lo dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale membro della commissione Ambiente, che tramite il comitato DifendiAmo Roma ha promosso una class action contro Roma Capitale, la Regione Lazio, Arsial , Acea Ato 2 che nel 2004 avevano sottoscritto un protocollo d’intesa per effettuare degli interventi di sistemazione degli acquedotti, ora inquinati dall’Arsenico, denominati Malborghetto, Camuccini, Piansaccoccia, Monte Oliviero, Santa Maria di Galeria, Brandosa, Casaccia-S.Brigida.

“Auspichiamo che tutto ciò non avvenga ma chiunque, a causa della fornitura idrica, subirà irritazione dello stomaco e degli intestini, produzione ridotta dei globuli rossi e bianchi del sangue, irritazione dei polmoni e altri effetti previste dall’assorbimento di grosse quantità di arsenico che potrebbe causare anche cancri, sterilità, bassa resistenza alle infezioni, disturbi al cuore, danni al cervello e al DNA si metta in contatto con il nostro comitato al fine di proporre un’azione collettiva per mettere sotto accusa questa gestione approssimativa delle emergenze. Allo stesso tempo con un’interrogazione urgente chiederemo al presidente della Regione Lazio, Zingaretti, quali siano state le azioni intraprese a seguito dell’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio regionale di due ordini del giorno che di fatto chiedevano di fronteggiare l’emergenza arsenico presente nelle aree del Comune di Viterbo, limitrofo alle aree coinvolte, nel rispetto del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2010 e delle indicazioni della Comunità Europea e delle raccomandazioni dell’Istituto Superiore di Sanità. Ora è necessario un intervento urgente di risanamento, che va fatto in tempi brevissimi, e limitare al minimo i disagi, considerato che i cittadini coinvolti non potranno usufruire di acqua potabile fino al prossimo 31 dicembre 2014 mentre l’agenzia regionale Arsial dovrà assicurare la fornitura di acqua per il consumo umano in punti opportunamente dislocati sul territorio con ulteriori costi che potevano essere evitati” conclude Santori.

Redazione Agenzia Stampa Italia

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