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Commercio. Federconsumatori: Situazione peggiora. Urge intervento governo su Iva e rilancio domanda interna
(ASI) Le rilevazioni sull’andamento delle vendite al dettaglio confermano una situazione estremamente allarmante. I dati peggiorano a vista d’occhio: secondo l’Istat a luglio le vendite al dettaglio hanno raggiunto i livelli minimi dal 2001.

Secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, solo nel biennio 2012-2013 i consumi delle famiglie sono diminuiti del -7,8%, pari ad una cifra complessiva di circa 59 miliardi di Euro.

“In uno scenario simile l’aumento dell’IVA è impensabile, oltre che da irresponsabili.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.

Significherebbe decretare un vero e proprio tracollo dei consumi, che avrebbe effetti drammatici su tutti i fronti: per le famiglie, costrette a modificare sempre più radicalmente i propri standard di vita riducendo ulteriormente i consumi; per le imprese, che a causa dei minori introiti sarebbero costrette a ridurre la produzione e ad incrementare la già ampia platea di disoccupati e cassaintegrati; per lo Stato, che si troverebbe a fare i conti con minori entrate a causa della contrazione dei consumi (basti pensare che le precedenti manovre hanno già determinato un minor gettito IVA, da settembre 2011 a maggio 2013, di 5.806,7 miliardi di Euro).

Per questo è fondamentale ed improrogabile un intervento del Governo per il rilancio della domanda di mercato e per la ripresa economica.

In tal senso è necessario, prima di tutto, cancellare definitivamente l’incremento IVA, non solo per il 2013, senza escogitare alcuna riformulazione delle aliquote agevolate, né ritoccare le “solite” accise sui carburanti. Inoltre è indispensabile avviare un rilancio degli investimenti per lo sviluppo tecnologico e la ricerca, fondamentali sul fronte della crescita e dell’occupazione.

Le risorse necessarie a finanziare tali operazioni andranno ricercate attraverso una seria e concreta azione di contrasto all’evasione e attuando un deciso taglio a sprechi, abusi e privilegi (a partire ad esempio da una riduzione drastica di auto blu, consulenze esterne alla pubblica amministrazione, realizzazione del piano per l’accorpamento delle Province).

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