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(ASI) A poco più di due ore dall’inizio dello spoglio delle schede per l’elezione del nuovo Parlamento, le prime proiezioni,  per il Senato, danno un quadro, naturalmente del tutto provvisorio, di quello che  potranno essere gli scenari politici futuri. Il primo dato che appare inconfutabile è che gli elettori, nella stragrande maggioranza, hanno detto - come peraltro abbiamo scritto anche noi tante volte sull’argomento - che non ne possono più di tutte queste imposte e queste tasse, e che non possono sostenere questa pressione fiscale. E lo hanno detto, a me pare piuttosto chiaramente,  votando massicciamente il Pdl di Silvio Berlusconi (restituzione ed abolizione dell’Imu, riduzione dell’Iva, cancellazione di Equitalia, ecc,) ed il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, entrambi abbondantemente al di sopra del 23-25 per cento. Più o meno sulle stesse percentuali è il Pd, ma rischia seriamente lo schieramento di Mario Monti, con Scelta civica, che molte di queste imposte le ha messe e non ha capito (gravissimo, per un professore) che avrebbero messo in ginocchio l’economia del Paese, ed ora viaggia, a stento, intorno al 9 per cento, con la prospettiva di avere solo una minima, insignificante pattuglia di parlamentari.

 

Spazzata via (non dovrebbe ottenere il quorum) il partito delle tasse come Rivoluzione civile di Antonio Ingroia.  Ricordate ? Aveva come cavallo di battaglia la patrimoniale, un’altra imposta, pazzesco!

 

Fortunato Vinci – Agenzia Stampa Italia

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