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Conosciamo l'IMU, ma è giusto conoscere anche l'IVIE
(ASI) Pochi ne sono al corrente, ma oltre all'infausta IMU (Imposta Municipale Unica) di marca montiana, esiste anche l'IVIE, ossia l'Imposta sul valore degli immobili di proprietà all'estero. E' sicuramente assai meno nota, anche sotto il profilo politico, ma anch'essa deve essere pagata da tutti i cittadini, indipendentemente dalla nazionalità, residenti in Italia, proprietari di un bene immobile oltre confine.
L'imposta è pari allo 0,76% del valore immobile, con un esenzione ove la gabella in questione non superi i duecento Euro. Si tratta ergo di un'imposta sul patrimonio che interessa tutti quelli che risultino possessori di terreni o fabbricati al di fuori del territorio italiano. Per chiarezza, dall'IVIE è detraibile l'imposta simile già pagata all'estero per evitare i problemi di una doppia imposizione fiscale. Questi, in sintesi, i contenuti della normativa che ha per giunta effetto retroattivo a partire dal 2011!

Il problema è altresì stabile il valore dell'immobile sul quale l'IVIE deve esser calcolata, così come succede in Italia per l'IMU. Quando possibile, il dato da utilizzare è rappresentato dal valore catastale dello stesso, o almeno, dal valore dichiarato nell'atto d'acquisto, oppure dal suo valore di mercato. Ne risulterebbe quindi che l'IVIE non è certamente di facile computo, ma che potrebbe avere differenti importi in base alle normative immobiliari ove il bene è situato; se non nello stesso Paese. Dacché tale imposta appare subito come vasta e generalizzata, è giusto conoscere anche questa imposta, non certo apparsa sui quotidiani nostrani o sui telegiornali nazionali. Solo l'Agenzia delle Entrate ha emanato chiarimenti in materia, ma ci appaiono quantitativamente poco come informazione al cittadino.

Valentino Quintana per Agtenzia Stampa Italia

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