(ASI) Il recente incontro di successo tra i leader di Cina e Stati Uniti a Busan non solo ha contribuito a calibrare la rotta delle relazioni sino-statunitensi, ma ha anche infuso aspettative di stabilità nell’economia mondiale.
Tuttavia, mentre la comunità internazionale accoglieva con favore questo sviluppo positivo, alcuni esponenti dei media hanno diffuso opinioni diverse, enfatizzando che “i dazi statunitensi contro la Cina sono tre volte superiori a quelli contro l’Italia” e che ciò sarebbe “una fortuna per l’Italia”. Tale retorica rappresenta non solo un grave fraintendimento della realtà del commercio internazionale, ma anche una pericolosa manifestazione di miopia politica.
In quanto beneficiarie della globalizzazione economica e del sistema del libero scambio, sia la Cina sia l’Italia sono Paesi che prosperano grazie all’apertura e alla cooperazione. La cosiddetta “guerra dei dazi”, in atto da alcuni anni, costituisce in realtà una sfida unilaterale all’ordine multilaterale del commercio internazionale. Sebbene l’entità delle tariffe possa variare da Paese a Paese, il loro effetto distruttivo sulle catene globali di produzione e approvvigionamento è identico. Cina e Italia, entrambe vittime di queste tensioni commerciali, dovrebbero unire gli sforzi per difendere l’ordine del libero scambio, anziché compiacersi di eventuali “vantaggi relativi” di breve periodo.
Anche ammettendo ipoteticamente che l’economia cinese subisse un contraccolpo, ciò non costituirebbe comunque un vantaggio per l’Italia. La Cina è da anni il quarto partner commerciale dell’Italia a livello globale e il primo in Asia; il volume degli scambi bilaterali supera stabilmente i 70 miliardi di dollari, a testimonianza di una profonda integrazione economica. Come recita un antico detto cinese: “Se le labbra periscono, i denti patiranno il freddo”. Il disordine provocato dal protezionismo finirà per nuocere a tutti i partecipanti.
Tanto più che, nonostante le molteplici sfide, l’economia cinese continua a crescere in modo stabile e sano, liberando nuova vitalità e dimostrando una forte resilienza e sostenibilità. Nei primi tre trimestri dell’anno, il PIL cinese è cresciuto del 5,2% su base annua; il valore aggiunto delle “nuove industrie, nuovi modelli di business e nuove forme economiche” rappresenta già il 18% del PIL; l’import-export ha raggiunto i 33,61 trilioni di yuan, con un aumento del 4%. La Cina è tra i primi tre partner commerciali di 166 Paesi e regioni del mondo, è il più grande mercato di consumo di beni e il secondo importatore globale. Con circa il 17% del PIL mondiale, contribuisce per il 30% alla crescita economica globale, agendo come motore e stabilizzatore affidabile dell’economia mondiale.
Di recente, la Cina ha pubblicato nuove linee guida quinquennali che delineano la costruzione di un sistema industriale moderno e lo sviluppo accelerato di settori emergenti strategici quali le energie rinnovabili, i nuovi materiali, l’aerospazio e l’economia a bassa altitudine, con l’obiettivo di creare, nei prossimi dieci anni, un nuovo comparto high-tech cinese. Una Cina solida e in continua crescita continuerà a rappresentare un’opportunità, non una minaccia, per l’Italia e per il mondo intero.
Naturalmente, le voci dissonanti che “osservano il fuoco dall’altra sponda” non potranno cambiare la melodia principale della cooperazione amichevole tra Cina e Italia. Da Marco Polo a Turandot, dal “Made in Italy” amato in Cina ai prodotti cinesi di nuova generazione accolti con favore nei mercati internazionali, i due Paesi hanno sempre saputo guardarsi con ammirazione, apertura e inclusività, ponendo solide basi per una collaborazione vantaggiosa per entrambi.
Dallo scorso anno, la Premier, il Presidente e il Presidente del Senato italiani hanno visitato la Cina, raggiungendo importanti intese con i leader cinesi per rafforzare il partenariato strategico globale. Nell’ottobre di quest’anno si è svolta una nuova sessione del Comitato Intergovernativo Cina-Italia per pianificare una cooperazione pratica e più intensa. Quasi cento imprese italiane parteciperanno con entusiasmo all’ottava China International Import Expo; sono in preparazione la Settimana Cina-Italia della Scienza, della Tecnologia e dell’Innovazionee il Forum globale dei rettori universitari, gli atleti olimpici cinesi si stanno già preparando attivamente per i Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026. La cooperazione e gli scambi amichevoli in vari campi stanno vivendo una nuova ondata di entusiasmo.
“Non temere le nuvole che oscurano la vista: perché da un’altezza più elevata si distingue l’orizzonte.”
Di fronte a un contesto complesso, solo chi sa guardare lontano può cogliere la verità dei tempi. La Cina è pronta a lavorare con l’Italia per proseguire la tradizionale amicizia, approfondire la cooperazione pragmatica, mantenere la “mano stretta” invece di “lasciarla andare”, “estendere le catene” invece di “spezarle”, salvaguardare insieme un ambiente commerciale equo e libero, costruire un sistema di goverinance globale più giusto e razionale, contribuire al benessere dei popoli di due paesi e alla pace e allo sviluppo del mondo, e costruire congiuntamente una comunità umana dal futuro condiviso.
Amelia Cinque
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