Associazioni umanitarie turche entrano a Gaza. Israele li tratterà come  gli attivisti della Flotilla?

(ASI) Come riporta TRT Global, da ieri sono attive a Gaza squadre umanitarie della İnsan Hak ve Hürriyetleri İnsani Yardım Vakfı (IHH), organizzazione non governativa turca creata nel 1992. Attiva in oltre 100 Paesi, questa realtà, letteralmente traducibile come "Fondazione per i diritti dell'uomo, delle libertà e l'aiuto umanitario", ha inviato veicoli e ruspe per avviare la rimozione delle macerie diffuse, risultato dei bombardamenti israeliani, e prestare un primo soccorso alla popolazione palestinese.

Le condizioni in cui versano i civili in tutta Gaza sono a dir poco drammatiche: quasi 170.000 sono i feriti in due anni di conflitto, il 78% di tutte le strutture è distrutto o danneggiato (dati al luglio scorso), la quasi totalità delle scuole è stata distrutta o pesantemente colpita, l'83% dei terreni coltivabili è inutilizzabile, il 77% della rete stradale complessiva ha subito danni [Dati OCHA - ONU].

Questo, per sommi capi, è lo scenario nel quale tutti gli attori umanitari coinvolti si troveranno ad operare nei prossimi mesi e, forse, anni. Anche in virtù degli accordi di Sharm el Sheyk, per i quali la Turchia si è a lungo battuta sul piano diplomatico, queste squadre saranno presumibilmente raggiunte da altri convogli simili. D'altronde, lo stesso presidente Erdoğan ha sempre sottolineato la priorità di proteggere la popolazione inerme e riconoscere definitivamente lo Stato di Palestina.

Alla luce dei fatti, c'è da chiedersi come reagirà Israele a questa iniziativa umanitaria, tacitamente autorizzata da Trump. Sarà difficile per Netanyahu trattare gli operatori umanitari turchi come ha fatto con quelli  della Sumud Flotilla.

 

 

*Immagine generata da A.I. Microsoft Copilot.

 

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