(ASI) Rispondendo all’appello dell’Assemblea dei parenti dei prigionieri politici e da altre organizzazioni, vari settori della società cilena hanno marciato domenica 29 agosto per le strade di Santiago del Cile chiedendo l’approvazione della Legge generale sull’indulto per i detenuti per gli scontri del 2019.

Oltre all’indulto i manifestanti hanno ribadito la volontà di raggiungere la verità su quei fatti, chiedendo giustizia e riparazioni per le violenze subite tra cui violenze sessuali e violazioni dei diritti umani da parte delle forze di sicurezza.

I manifestanti hanno chiesto anche al governo di desistere dall’eventuale ricorso al veto presidenziale o da qualsiasi ricorso presso la Corte costituzionale per ostacolare o abrogare la legge.

I senatori che hanno presentato la proposta hanno denunciato che lo Stato ha dato “una risposta sproporzionata seguita da arresti di massa e molteplici procedimenti penali” nonostante l’approvazione presso la commissione per i diritti umani, la pubblica sicurezza e la Costituzione della Camera Alta.

In merito alle a queste richieste il presidente SebastiánPiñera ha più volte affermato che “in Cile non ci sono prigionieri politici” perché “nessuno è privato della libertà per come pensa”.

Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia

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