Sbarre di Zucchero: Disordini casa circondariale Montorio Veronese

(ASI) Verona - Riceviamo e Pubblichiamo.  Nel tardo pomeriggio odierno siamo stati informati da nostre fonti che nella quarta sezione della CC di Verona erano in corso dei disordini, si è parlato di battiture ma anche di detenuti barricati, coi cancelli legati con le lenzuola e tavoli messi di traverso per bloccare l’ingresso in sezione, tanto che si sono dovuti recare in loco il Magistrato di Sorveglianza di Verona ed i vertici dirigenziali dell’Istituto scaligero, per mediare coi ristretti e riportare la calma e l’ordine.

Da quanto appreso pare che tra le motivazioni dell’agitazione ci siano questioni legate alle telefonate ai familiari ed alle videochiamate di colloquio. In un periodo dell’anno che si svuota della maggior parte delle attività inframurarie per le ferie estive, in cui il caldo rende ancora più insopportabile la detenzione, con un aumento di atti autolesionistici e suicidi, Sbarre di Zucchero chiede a gran voce che venga accolto in tempi brevissimi l’appello congiunto con Ristretti Orizzonti e Conferenza Nazionale Volontariato e Giustizia “Direttore, concedimi una telefonata”, per l’aumento delle telefonate concesse ai detenuti, come durante la pandemia da covid. Appello che è stato sottoscritto da oltre 150 tra enti ed associazioni e da centinaia di singoli cittadini ed ha dato spunto per un’interrogazione parlamentare rivolta al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. A pochi giorni dal primo anniversario della morte di Donatela Hodo, suicidatasi nel carcere di Verona, e che ha dato il “la” alla nascita di Sbarre di Zucchero, siamo convinti che permettere ai detenuti ed alle detenute di coltivare gli affetti concedendo telefonate quotidiane – che, ricordiamo, sono a carico dei detenuti stessi - eviterebbe questi gravi fatti che, purtroppo, stanno diventando così frequenti che, tristemente, non ci si stupisce più. Una telefonata avrebbe potuto salvare Donatela, una telefonata avrebbe potuto salvare molti dei detenuti che già si sono suicidati in questo 2023. E’ per noi inconcepibile che la salute psicologica dei ristretti continui a non essere presa in carico dallo Stato che così viene meno al dettato costituzionale. Allo Stato chiediamo quindi uno scatto di civiltà, che da troppo tempo manca tra le mura dei 189 Istituti di pena italiani.

Sbarre di Zucchero

 

 

 

 


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